Vaccini in azienda, fuga in avanti di Regione Lombardia per nascondere le sue mancanze
All’annuncio di una delibera regionale per la somministrazione del vaccino anti COVID-19 nelle aziende, Cgil Cisl Uil Lombardia avevano già contestato il merito e il metodo di Regione Lombardia. In una lettera indirizzata al presidente Fontana, all’assessora Moratti e all’assessore Guidesi, i tre segretari generali Lattuada, Duci, Margaritella scrivono: “E’ del tutto ingiustificata la linea di condotta seguita da Regione Lombardia che ha deciso sia di prescindere dagli esiti del tavolo di confronto avviato tra Governo e Parti sociali per verificare e condividere il possibile sviluppo del piano nazionale vaccinale nei luoghi di lavoro, sia di non coinvolgere il sindacato nel confronto sul piano di vaccinazione nelle aziende che, invece, è stato oggetto di una preventiva trattazione con la sola parte datoriale, peraltro rappresentativa di una porzione del mondo produttivo lombardo”.
Regione Lombardia non è tornata sui propri passi. Ha proseguito sulla strada del divario sia tra amministrazione e sindacati che tra lavoratrici e lavoratori: il protocollo siglato ieri, 10 marzo, con Confindustria e Confapi esclude di fatto le aziende più piccole e fragili e tutto quel mondo del lavoro che non fa parte delle associazioni datoriali citate. Non a caso i sindacati dei trasporti, in una nota emanata oggi, denunciano le condizioni di lavoratori essenziali esclusi dal piano vaccinale. “Avremmo preferito – dicono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti della Lombardia – e continuiamo a chiedere un’omogeneità nazionale nei criteri e nella modalità della campagna vaccinale perché anche questa priorità per tutto il Paese non diventi causa di ulteriori disuguaglianze e ingiustizie. Se Regione Lombardia intende proseguire in un’altra direzione chiediamo che chiarisca i criteri attraverso i quali i lavoratori dei trasporti sono stati considerati essenziali durante il lockdown e lungo i momenti più critici della pandemia e oggi non sono considerati tra i lavoratori più esposti a cui somministrare prioritariamente il vaccino”.
Intanto la campagna vaccinale lombarda prosegue a rilento, si riscontrano falle nel sistema, moltissimi over 80 attendono ancora la somministrazione e con loro il personale della scuola, già oggetto di diatriba.