Salute e sicurezza sul lavoro, un manuale per motivare e guidare i Rls

in Salute e Sicurezza sul lavoro

Dalle lotte per la sicurezza al Testo Unico, il manuale ideato da Cgil, Inca, Ambiente e Lavoro affronta la storia politica e legislativa che oggi guida i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il volume verrà presentato il 10 luglio

 

Il “Manuale RLS non è semplicemente una guida alla normativa. Come racconta Daniela Rota, funzionaria e curatrice del volume per la Cgil Lombardia: “Il nostro manuale è uno strumento per motivare ed accompagnare nelle azioni quotidiane chi decida di diventare rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, sensibilizzandoli a partire dalla storia sindacale già percorsa, dalle lotte per la salute e la sicurezza sul lavoro, dalle conquiste normative, dallo Statuto dei Lavoratori alla 626 al Testo Unico. A partire dalla storia, dalle nostre esperienze e dalla normativa, cerchiamo di spiegare come un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza deve agire il proprio ruolo e con chi, ovvero dentro e fuori il posto di lavoro, dialogando con le istituzioni e col sindacato”.

Il manuale, ideato da Cgil Lombardia, Inca Lombardia e Associazione Ambiente e Lavoro, è pensato per chi si appresta ad esercitare il ruolo, e quindi come strumento di supporto alla formazione, e per chi già lo fa. Scritto con un linguaggio scorrevole e una grafica accattivante, è suddiviso in 6 capitoli. Al bando i tecnicismi, o quasi. “In ogni capitolo ci sono costantirichiami alla normativa – spiega ancora Rota -. Abbiamo però preferito dare un indirizzo generale, una guida operativa al ruolo, e lasciare gli approfondimenti specifici ad altri ambiti e trattati, a partire dal Testo Unico”.

Un rls non deve semplicemente conoscere le norme. Avendo ben chiaro come dovrebbe funzionare il sistema della prevenzione, deve essere in grado di porre le giuste domande agli altri soggetti del sistema, alla parte datoriale, di attivare le corrette relazioni e di comunicare in modo adeguato.

Ma soprattutto deve farsi agevolatore della partecipazione dei lavoratori. “Un rappresentante per la sicurezza non potrà mai fare massa critica per tutti – sottolinea la funzionaria regionale -. Può e deve essere informato, fare da supporto al lavoratore nel rappresentare il diritto ad un luogo di lavoro sicuro nei confronti dell’azienda, ma non può essere delegato tout court. Ogni lavoratore deve essere consapevole, fare la propria parte ed esprimere la reale condizione di rischio della mansione lavorativa. L’rls ha tra i compiti primari, oltre a quelli ben noti, quello distimolare la programmazione della formazione. La partecipazione ed il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti della prevenzione sono gli ingredienti per fare della tutela della salute un sistema efficace in cui i lavoratori sono soggetti protagonisti”.

Sicurezza o prevenzione? La prima discende dalla seconda. L’approccio praticato attualmente va ribaltato, anche a partire dalle parole, che già contengono in sé  il significato più importante. A partire dall’analisi dei rischi e pericoli in azienda, è necessario adeguare gli spazi e gli strumenti affinché non sia evitato o comunque ridotto al minimo il rischio di infortuni, incidenti o malattie professionali.

L’obiettivo – spiega Rota è la prevenzione, che è anche salute esicurezza, ma insieme al benessere di lavoratrici e lavoratori e alla qualità del lavoro – da cui discende pure la qualità del prodotto. Cos’è il benessere? Lo spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità quando definisce la salute come benessere fisico, mentale, sociale non solo assenza di malattia o infermità”.

La cultura della prevenzione è perciò ancora lontana? A che punto siamo oggi?

“Il dato infortunistico sia sul livello nazionale che regionale non registra un miglioramento”, denuncia Massimo Balzarini della segreteria Cgil Lombardia. “Dietro numeri allarmanti ci sono le lavoratrici e i lavoratori che pagano con la loro salute la mancata tutela delle condizioni di lavoro”.

Tanti sono gli strumenti messi in campo, a partire da una legislazione efficace e di una evoluzione del ruolo di cui sono stati protagonisti in primis lavoratrici e lavoratori in quasi cinquant’anni di lotte per un lavoro dignitoso. Contratti, linee guida e manuali hanno contribuito alla evoluzione del coinvolgimento dei lavoratori attraverso i loro rappresentanti, gli rls.

“Ma tutto questo non basta – aggiunge Balzarini – la sicurezza è un fatto culturale, certamente non un costo ma un elemento di garanzia della dignità del lavoro, contrariamente alle ultime scelte del governo”.

Spiega Balzarini: “La riduzione delle risorse dei bandi Inail per il rinnovamento dei macchinari e i bandi premiali per le aziende virtuose, lasciano intendere che le risorse investite sulla sicurezza siano un costo. Al contrario sono un investimento per la qualità del lavoro!”

“Quindi è necessario chiamare a responsabilità i datori di lavoro, le istituzioni – incalza il segretario regionale – con una chiara volontà politica che si traduca anche in risorse, sia per rafforzare il ruolo ispettivo nelle aziende che per rafforzare la formazione mirata anche con i Piani per la prevenzione”.

Senza questa chiara ed esplicita volontà tutti gli strumenti importanti conquistati in questi anni non sono efficaci e a pagarne il prezzo continuano ad essere lavoratrici e lavoratori.

“Per questa ragione dobbiamo essere consapevoli delle conquiste fatte, degli strumenti di cui ci siamo dotati ed agire un ruolo come parti sociali nel coinvolgere i lavoratori e i loro rappresentanti per garantire condizioni di lavoro dignitose”.

Il “Manuale Rls” verrà presentato mercoledì 10 luglio alla Camera del Lavoro di Milano nel corso del convegno dal titolo “Dal rischio di incidente rilevante alla sostenibilità ambientale. Evoluzione del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”. L’incontro è organizzato da Cgil Lombardia e Filctem Lombardia nel giorno in cui cade l’anniversario del disastro Seveso del 1976. Un evento drammatico che ha imposto alle parti sociali l’urgenza della tutela dell’ambiente, delle condizioni di sicurezza del lavoratore e più in generale della sua salute anche in relazione all’ambiente circostante, e che ha richiesto una presa di coscienza da parte delle organizzazioni sindacali e del ruolo di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, a partire da quanto previsto dall’art. 9 dello Statuto dei Lavoratori del 1970.