Quale (in)sicurezza?
in Migrazioni
Le nuove norme sull’immigrazione, le criticità e gli effetti: se n’è discusso in un seminario organizzato dalla Cgil Lombardia
Cittadini mai, stranieri a vita: si può riassumere così il capitolo cittadinanza per come è stato impostato dal decreto 113 del 2018, poi convertito nella legge 132/2018, ovvero le nuove norme in materia di protezione internazionale e immigrazione, cavallo di battaglia del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La Cgil critica l’intero impianto del cosiddetto decreto sicurezza. Una legge nata nel mezzo di costanti campagne d’odio nei confronti dei migranti e da queste ispirata. Anche perché non esiste una reale maggior sicurezza per i cittadini. “Solo un atteggiamento diverso nei confronti dello straniero – secondo Daniele Gazzoli della Cgil Lombardia -. In questo contesto noi dobbiamo provare a invertire la lettura. L’opposizione politica e i ricorsi alla Corte costituzionale di alcuni sindaci e governatori italiani vanno in questa direzione”.
“Immigrazione, criminalità e urgenze vengono messe troppo spesso sullo stesso piano, dimenticando che abbiamo bisogno di misure tese all’integrazione dei cittadini che vivono i territori, all’altezza della storia dei processi migratori che hanno interessato l’Italia”. E’ il commento di Clemente Elia del Dipartimento Immigrazione Cgil Lombardia. “Non può essere travisata la declinazione delle norme che tutelano i diritti umani fondamentali, della Convenzione europea per i diritti dell’Uomo, del principio di non refoulement e del diritto di asilo sancito dalla Convenzione di Ginevra, dal diritto comunitario e dalla Costituzione italiana”.
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Per l’avvocato Alberto Guariso dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione “il connubio immigrazione/sicurezza produce storicamente norme incostituzionali”. L’avvocato cita alcuni dati del Viminale che aiutano a comprendere quanto sia erronea la percezione di insicurezza legata alle migrazioni: dal 2014 al 2017 gli sbarchi in Italia sono aumentati, ma negli stessi anni è calato il numero di reati.
Gli obiettivi della legge 132/2018? Per Guariso sono: rendere più precaria la condizione di chi chiede e ottiene la protezione, ridurre i diritti, in tutte le fasi, dall’ingresso sul territorio nazionale all’accoglienza.
LEGGI LE SLIDE DELL’AVVOCATO ALBERTO GUARISO SULLA LEGGE 132/2018
“In un’epoca in cui la politica modifica la percezione della società e costruisce norme che creano maggiori fratture, dobbiamo costruire un argine”. A dirlo Giuseppe Massafra della Cgil nazionale, intervenuto nel corso del seminario lombardo. “Guardiamo con attenzione ai ricorsi presentati da sindaci e governatori di alcune regioni”. Il loro è un grido d’allarme, secondo Massafra. Cosa può fare la Cgil? “Ricostruire un sentimento di riunificazione nella società, affrontare il tema immigrazione nei luoghi di lavoro, essere parte attiva con le istituzioni, intervenire con chi si rivolge ai nostri sportelli per la conversione di permessi di soggiorno in scadenza in permessi di lavoro o di studio, informare i datori di lavoro che chi è titolare di un permesso umanitario può ottenere un permesso di lavoro (molti non lo sanno), continuare l’azione di contrasto allo sfruttamento”. Giuseppe Massafra ha annunciato l’impegno della Cgil per costruire un’alternativa all’impianto normativo del decreto e per aprire una grande vertenza per difendere il posto di lavoro di una platea enorme di persone impegnate nel sistema di accoglienza.