Pnrr, opportunità per la salute e il territorio della Lombardia

in Welfare e Sanità

Vangi, CGIL Lombardia: “Territorio abbandonato, rivedere la legge regionale 22”

 

“In questa regione abbiamo pagato un caro prezzo durante la fase pandemica, anche per colpa delle scelte politiche fatte negli ultimi vent’anni”. A rimarcarlo è Monica Vangi, segretaria CGIL Lombardia, aprendo i lavori di “Pnrr, salute e territorio”, evento promosso da Cgil, Spi, Fp Lombardia.  

“Tali scelte hanno avuto come conseguenza lo smantellamento della medicina territoriale e un netto peggioramento delle condizioni in cui le persone vivono e si curano”. La legge regionale 22, ultima riforma sanitaria varata in Lombardia, non ha ottenuto l’appoggio dei sindacati. Il rapporto sbilanciato tra pubblico e privato, l’indebolimento dei dipartimenti di prevenzione, la mancanza di assunzioni, la separazione confusa dei ruoli e delle responsabilità di Ats e Asst, lo svuotamento del territorio, la mancata integrazione del sociosanitario col sociale: questi i punti deboli della riforma.

Il Pnrr è un’opportunità per cambiare le cose, ma come verranno utilizzate le risorse in una regione che non è riuscita nemmeno a spendere i fondi stanziati dal decreto legge 34? Con un’amministrazione che non ha coinvolto nemmeno i sindaci nella programmazione delle case della comunità e ospedali di comunità?

 

 

“L’auspicio – commenta Monica Vangi – è che le risorse del Pnrr determinino un reale cambiamento nella vita delle persone e che aiutino a superare le diseguaglianze e i divari territoriali che esistono nel nostro paese. Non possiamo che esprimere dissenso verso scelte politiche orientate a un sistema pubblico basato sull’autonomia differenziata. La pandemia ci ha dimostrato che non possono esistere 21 sistemi sanitari cosi’ differenti  nei modelli organizzativi e nelle performance”.

Ma soprattutto, dopo anni di tagli e politiche di austerità, la pandemia ha ricordato a tutti il valore fondamentale “del servizio sanitario nazionale  pubblico e universale: nato con la legge 833 del 1978 da difendere, rafforzare, sviluppare, promuovere e finanziare”, ricorda la dirigente sindacale. “Proseguiremo le iniziative sul tema del diritto alla salute sia a livello regionale che a livello territoriale sostenendo la preannunciata vertenza nazionale per la difesa, il potenziamento e lo sviluppo della sanità pubblica e delle politiche sociali, a garanzia del diritto universale alla salute sancito dalla nostra carta costituzionale”.

 

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