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Sanità: presidio al Pirellone contro le scelte della Giunta

Nel pomeriggio di martedì 16 dicembre la rete La Lombardia SiCura ha promosso un presidio davanti al Pirellone, in concomitanza con i lavori del Consiglio regionale, per denunciare le politiche sanitarie della Giunta Fontana-Bertolaso che stanno progressivamente indebolendo la sanità pubblica lombarda e mettendo a rischio il diritto universale alla cura.

Un’iniziativa partecipata e simbolicamente forte: attiviste e attivisti si sono presentati come Babbo Natale per restituire alla Regione i “pessimi regali” sanitari fatti a cittadine e cittadini lombardi, rappresentati dai provvedimenti che favoriscono il privato, allungano le liste d’attesa e aumentano le diseguaglianze nell’accesso alle prestazioni.

La delibera del 15 settembre e il rischio di un “salta-fila” nel pubblico

Al centro della mobilitazione c’è la delibera regionale n. 4986 del 15 settembre 2025, che chiede alle Aziende Socio Sanitarie Territoriali di sperimentare convenzioni con assicurazioni sanitarie, mutue e fondi, prevedendo l’erogazione di prestazioni aggiuntive in libera professione da parte del personale sanitario pubblico.

Secondo la rete La Lombardia SiCura, non si tratta di una misura tecnica o sperimentale neutra, ma di un atto che introduce di fatto un canale privilegiato di accesso alle cure per chi dispone di polizze o welfare aziendale, con l’effetto di peggiorare ulteriormente le liste d’attesa per chi si affida esclusivamente al Servizio Sanitario Nazionale.

«Questa delibera è in contrasto con il diritto costituzionale alla cura per tutte e tutti – ha dichiarato Vittorio Agnoletto, di Osservatorio Salute –. Se la Giunta sostiene che si tratta di una sperimentazione, allora dichiari che la sperimentazione è chiusa e ritiri l’atto».

Risorse al privato invece che alla sanità pubblica

La rete ha inoltre denunciato una successiva delibera regionale approvata a fine settembre, con cui la Regione ha stanziato 10 milioni di euro per l’acquisto di prestazioni dalla sanità privata, presentandola come risposta alle liste d’attesa.

Una scelta che, secondo La Lombardia SiCura, non affronta le cause strutturali del problema e sottrae risorse che dovrebbero essere destinate al rafforzamento della sanità pubblica: personale, strutture, medicina territoriale, prevenzione.

«Dobbiamo rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale a partire dal riconoscimento del lavoro delle operatrici, degli operatori e dei professionisti della sanità. È fondamentale evitare che il modello lombardo venga preso come riferimento per l’intero Paese. È nostro dovere lottare al fianco di cittadine e cittadini perché non si rassegnino a un sistema che garantisce le cure solo a chi può permettersele», ha dichiarato Monica Vangi, segretaria della CGIL Lombardia.

Autonomia differenziata e diseguaglianze territoriali

Nel corso del presidio è stata inoltre richiamata la preintesa sull’autonomia differenziata, sottoscritta lo scorso novembre dal Presidente della Regione Lombardia. In ambito sanitario, questa scelta viene letta come la richiesta di maggiore discrezionalità sulla gestione delle risorse di bilancio, con il rischio di accentuare le diseguaglianze territoriali e di compromettere l’universalità del Servizio Sanitario Nazionale.

Un percorso di mobilitazione che continua

Il presidio del 16 dicembre rappresenta la prima tappa di un percorso di mobilitazione più ampio, promosso dalla rete La Lombardia SiCura, che riunisce associazioni, organizzazioni sociali e sindacali, tra cui la CGIL Lombardia.

Nei prossimi mesi sono previsti:

  • un convegno di approfondimento sui temi della sanità pubblica;

  • una settimana di iniziative e dibattiti in tutta la regione entro febbraio;

  • una manifestazione regionale a Milano il 14 marzo 2026, nel giorno in cui scadranno i sei mesi di sperimentazione della delibera del 15 settembre.

Un percorso che affonda le proprie radici nella partecipazione diffusa e nelle oltre 90.000 firme raccolte nel 2024 a sostegno del rilancio della sanità pubblica lombarda.

La CGIL Lombardia, all’interno della rete La Lombardia SiCura, conferma il proprio impegno a difendere un servizio sanitario pubblico, universale e accessibile, fondato sull’uguaglianza dei diritti e non sulla capacità di spesa delle persone.