Persone e territorio: indispensabili interpreti del nuovo piano salute mentale
Si è svolto stamattina, giovedì 13 dicembre, presso la Sala Pirelli del Consiglio Regionale, un confronto numeroso e partecipato promosso dal Forum del Terzo Settore, dall’Alleanza delle Cooperative, dal CNCA, dalla Campagna Salute Mentale, dalla CGIL e da numerose altre associazioni sia di familiari e utenti che di erogatori di servizi sul territorio.
Tutti gli intervenuti, ciascuno dalla sua ottica e con la propria sensibilità, hanno concordato che il nuovo Piano Regionale della Salute Mentale ( l’ultimo è del 2004) dovrà sviluppare i servizi territoriali, oggi insufficienti e carenti di personale, ampliare le risposte – del tutto insufficienti – alla domanda sempre più ampia e sfaccettata di interventi per la salute mentale, senza dimenticare le diverse forme di dipendenza e disabilità.
E’ stato posto con forza il tema della centralità di un territorio che sia luogo di coesione, che si prenda curi e risani, contrastando le logiche che vorrebbero sempre più “ istituzionalizzare”il tema della salute mentale, dimenticandosi della legge 180 della quale ricorre il quarantesimo dall’ approvazione.
Fare rete: questo l’impegno di tutti i partecipanti, sia nel confronto con la Regione sui contenuti del nuovo Piano che più in generale sui bisogni e sui diritti, spesso negati, delle persone che presentano disagio mentale.
La CGIL Lombardia, rappresentata da Luca Finazzi del Dipartimento Welfare, ha condiviso impianto e obiettivi dell’iniziativa, sottolineato la necessità di maggiori risorse per la sanità ed il sociale per rispondere a bisogni che divengono diritti negati, evidenziatola necessità di contrastare l’arretramento culturale su questi temi “A chi vorrebbe riaprire sotto mentite spoglie i manicomi rispondiamo ricordando Franco Basaglia, padre della 180 e Tina Anselmi che istituì il Servizio Sanitario nazionale: riformatori tenaci dei quali occorre seguire l’esempio.”.