Per non morire nella speranza di vivere

in Migrazioni, UFFICIO STAMPA

 

La tragedia di Cutro dice ancora una volta cosa è diventata l’Unione Europea: una fortezza invalicabile per molte persone che chiedono di essere protette da situazioni di conflitto, di persecuzione, di povertà, di crisi ambientali, di luoghi in cui la vita è diventata impossibile.

Da anni entrare nei Paesi dell’Unione è un diventato un “game” come in gergo ci dicono le persone che dalla rotta balcanica quotidianamente mettono in gioco la vita nel tentativo di migliorare la propria esistenza e quella dei familiari, scontrandosi con i respingimenti, subendo i trattamenti disumani a cui l’Europa li consegna.

Le vittime del naufragio di Cutro, come le 26.000 persone che dal 2014 hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, sono morte per la speranza di vivere.

Questi numeri sono una insopportabile vergogna. Sono il fallimento delle nostre democrazie, che si avvolgono di fili spinati, spacciati per strumenti di protezione ai tanti che il nostro modello sociale ogni giorno tradisce. Sono l’ipocrisia degli accordi con Paesi autoritari dove le persone vengono trattate in modo disumano, dove i lager sono gestiti da bande di criminali, dove i respingimenti alle frontiere sono praticati con metodi da caccia all’uomo. Sono il risultato dell’accanimemto contro le organizzazioni non governative che con il sostegno della società civile si attivano per salvare dalla morte chi prende la via del mare o delle rotte di terra.

Queste politiche non hanno nessuna efficacia di fronte ai grandi processi migratori che attraversano il mondo e che solo in minima parte sono dirette in Europa. Cionondimemto queste politiche alimentano il mercato dei viaggi che mettono a rischio la vita di chi parte. Questa è la responsabilità storica di ciò che l’Europa chiama protezione dei confini esterni.

La Cgil sta con chi combatte la violenza di queste politiche, ogni giorno e per tutto il tempo che servirà per cambiarle.

Per questo parteciperemo alla manifestazione indetta per il 4 marzo 2023 a Milano, insieme alle associazioni, alle organizzazioni umanitarie, ai molti che ogni giorno lavorano per risanare le ferite inferte alle vite che si sono salvate e oggi vivono con noi.