Le bugie del governo: presentato il Report sulle Pensioni.
In occasione dell’incontro Pensioni: le bugie del governo promosso da SPI e CGIL Lombardia, abbiamo presentato il report di SPI Nazionale Pensioni. Gli effetti del taglio (2023-24) sulla perequazione.
Il report è un’analisi degli effetti sulla perequazione dei trattamenti pensionistici a partire dalla legge di Bilancio per l’anno 2023, Legge che ridetermina, in via transitoria per il biennio 2023/24, il meccanismo di indicizzazione delle pensioni. Il tasso di indicizzazione determinato dal decreto interministeriale (Mef e Mips) è risultato pari a +7,3%. Ma il tasso definitivo comunicato dall’Istat è risultato pari a 8,1%.
Nel Disegno di legge 2024-2026, vengono previsti per i trattamenti pensionistici superiori a 10 volte il trattamento minimo, una percentuale di retribuzione in diminuzione: dal 32% al 22%.
Complessivamente la stretta sulla perequazione produce un risparmio per le casse dello Stato, con conseguente taglio sulle pensioni, di oltre 3 miliardi e mezzo nell’anno 2023 e di oltre 6 miliardi e 800 milioni nell’anno 2024. Per il decennio 2023/2032 il risparmio contabilizzato nella documentazione sopra specificata ammonta ad oltre 61 miliardi di euro. Al netto degli effetti fiscali, la minore spesa pensionistica contabilizzata è di oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro, nel 2023 e di oltre 4 miliardi di euro nel 2024. Nel decennio 2023/2032 la minore spesa pensionistica contabilizzata ammonta complessivamente a 36 miliardi e 805 milioni di euro. Pari esattamente al 60% della minore spesa lorda.
I numeri: Sommando le perdite ottenute con il taglio nel 2023 e nel 2024, otteniamo una perdita totale nel biennio pari a 962 euro lorde (nette 585), per una pensione lorda di euro 2.300 (1.786 euro nette). Raggiunge 4.849 euro lorde (nette 2.769) per un importo di pensione pari a 3.840 euro lorde (2.735 euro nette). Per un importo di pensione pari a 2.300 euro lorde (1.786 euro nette), la perdita calcolata sull’attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno netto per gli uomini pari a 6.673 euro e per le donne pari a 7.804 euro. Con importi di pensione superiori, la perdita calcolata sull’attesa di vita cresce fino a raggiungere per una pensione lorda di 3.840 euro (pensione netta 2.735) un mancato guadagno per un uomo pari a 31.064 euro, mentre, per una donna pari a 36.329 euro.
Daniele Gazzoli, Segretario generale SPI CGIL Lombardia: “Peggioramento della Legge Fornero, la totale assenza di proposte per i giovani e il costante utilizzo del sistema previdenziale come un bancomat. Sono i tre dati di fatto che potrebbero salire sul podio delle bugie che questo Governo ha raccontato e continua a raccontare ai cittadini. Come sindacato dei pensionati abbiamo avanzato proposte concrete. Nella direzione di sostenere i lavoratori attivi, che oggi si confrontano con un mercato del lavoro fatto di precarietà e discontinuità. Ma anche i nostri tesserati, che dopo aver lavorato per tutta la vita si vedono sempre più poveri. Siamo stanchi di essere presi in giro!”
“La manovra del governo Meloni svela il vero progetto di modifica al sistema pensionistico”, afferma Alessandro Pagano, Segretario generale CGIL Lombardia. “Al contrario di quanto promesso in campagna elettorale, vengono introdotte modifiche peggiorative rispetto al sistema Monti – Fornero varato nel 2011. Senza risposte ai giovani, alle donne, ai pensionati e a coloro che nella loro vita hanno svolto mansioni particolarmente usuranti. Nessuna “quota 41” ma peggioramenti complessivi, spostamenti delle decorrenze e penalizzazioni sulle future rendite per tutte e tutti. Infine, si fa cassa immediata sulle pensioni attraverso una rivalutazione non completa degli assegni oltre quattro volte il trattamento minimo. Solo tagli, risparmi per il futuro e la solita operazione “Bancomat” sulla pelle dei pensionati. Continueremo la nostra mobilitazione per far cambiare questo progetto. Non ci fermeremo fino a che non verranno ascoltate e attuate le richieste delle persone che rappresentiamo.”