Mai più morti sul lavoro: 21 febbraio sciopero. Presidi in Lombardia.

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145 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, rappresentano la tragica condizione del lavoro nel nostro bel paese. 1.485 nel 2023, se si contassero tutti i lavoratori deceduti anche nel tragitto casa-lavoro e nel mondo del lavoro nero. La strage di Firenze non è un caso isolato.

“Di bianco in queste morti non c’è nulla, forse l’unica cosa bianca che c’è è la pagina di un documento di valutazione dei rischi che non è stata correttamente riempita o forse non messa nelle disponibilità di chi di dovere”, afferma Giulio Fossati Segretario Cgil Lombardia. “L’imprevisto non può esistere, la prevenzione deve anticipare tutti i rischi, evitando malattie, infortuni e morti. Questo compito spetta all’impresa, ed è in grado di determinare se chi lavora può rientrare a casa la sera o meno”, continua. “Ma è mancato questo impegno, e le imprese devono assumersi la loro responsabilità. È loro la totale gestione delle scelte organizzative e produttive, dei tempi di realizzazione, degli spazi, delle attività e, soprattutto, della sicurezza delle persone che si muovono e che lavorano all’interno dei cantieri” .

Solo un lavoro con diritti garantiti offre possibilità a chi lavora di rivendicare sicurezza. Ma 8 contratti su 10 sono di carattere precario e queste condizioni mettono a rischio: l’esperienza è un fattore determinante negli infortuni. Ma investire sull’occupazione di qualità è un fattore che riduce i profitti.  Così come ogni subappalto rappresenta un risparmio per l’azienda e un rischio per chi la manda avanti, con contratti nazionali di lavoro cosiddetti pirata e zero investimenti sulle misure preventive. Tra le questioni fondamentali da attenzionare, anche la formazione. Obbligo di legge cruciale ma spesso eluso, come ci comunicano le ATS durante i controlli.

Conclude Giulio Fossati: “In ultimo l’indifferenza di molti. In questi giorni stiamo promuovendo mobilitazioni per contestare leggi sbagliate, contratti poveri e condizioni di lavoro rischiose, perché solo con la massiccia partecipazione popolare saremo in grado di cambiare la situazione. Ma, evidentemente, oltre mille morti all’anno non riescono a scuotere le coscienze delle persone e di chi governa nel nostro Paese. Se non si cambia, questo ci costerà ancora molti malati, feriti e morti sui luoghi di lavoro”.

In Lombardia, oltre le 2 ore di sciopero a fine turno per le categorie edili e metalmeccanici (Fiom, Fillea, Uilm e Feneal), previsti presidi e iniziative territoriali qui:

Milano. Presidio alle ore 16.00, in Largo 11 settembre 2001 davanti alla Prefettura

Bergamo. Presidio alle ore 16, davanti alla Prefettura di via Tasso

Brescia e Valle Camonica Sebino. Iniziative in fabbrica (metalmeccanici), presidio dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 17 presso il cantiere del parcheggio metro Villaggio Prealpino (edili)

Como. Presidio alle ore 16, in via Volta 50, davanti alla Prefettura

Cremona. Presidio dalle 16 alle 18, davanti alla Prefettura in Corso Vittorio Emanuele II

Lecco. Incontro in Prefettura per discutere condizioni salute e sicurezza sul lavoro

Mantova. Presidio dalle ore 16:30 alle ore 17:30 in Piazza Martiri di Belfiore

Monza. Presidio dalle ore 16 alle ore 17, con flash mob, davanti alla sede di Assimpredil Ance in via Passerini 13

Pavia. Presidio dalle ore 16 alle ore 18, davanti alla Prefettura in Piazza Guicciardi

Sondrio. Incontro in Prefettura per discutere condizioni salute e sicurezza sul lavoro

Varese. Presidio alle ore 15:00 davanti alla Prefettura in piazzale Libertà 1, preceduto da un’assemblea pubblica alle ore 12:00 presso ITL