L’impegno della Cgil Lombardia contro il razzismo, per la solidarietà e l’accoglienza, nella Giornata della memoria delle vittime dell’immigrazione
La legge 45/2016 ha istituito per il 3 ottobre la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria. Si fa memoria del 3 ottobre del 2013 perché quel giorno, poco distanti dalle coste di Lampedusa, persero la vita 368 tra bambini, donne e uomini, a causa di un naufragio, dopo un lungo viaggio dalla Libia.
Da quel giorno ad oggi il numero dei morti e dei dispersi nel mar Mediterraneo viene stimato in 17.900 migranti e rifugiati. Nel solo 2018 le morti sono state 1.720. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Acnur nel corso del 2018 ogni 14 persone che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo Centrale per approdare in Europa, una ha perso la vita. Un recente studio dell’Ispi afferma che “ai quattro mesi di politiche di Salvini corrisponde […] un nuovo forte aumento del numero di morti e dispersi, tornati ad aumentare fino a raggiungere le 8 persone al giorno”.
Questo è il costo che si deve pagare per raggiungere l’obiettivo della riduzione degli sbarchi sulle coste italiane?
Questo è l’effetto della chiusura dei porti e del contrasto alle attività di salvataggio delle ONG che operavano nel Mediterraneo per soccorrere le persone in fuga da guerre, carestie, disastri ambientali, e del sostegno alle operazioni della Guardia Costiera libica? La morte è il vero deterrente che si vuole mettere in campo per scoraggiare le partenze?
Con il Decreto recentemente approvato, il Governo intende andare oltre il blocco degli sbarchi, limitando il diritto di asilo in Italia attraverso l’eliminazione del riconoscimento della protezione umanitaria, riservando l’accoglienza qualificata solo a coloro cui viene riconosciuta una forma di protezione, con il rischio di escludere i richiedenti asilo che potrebbero portare con sé vulnerabilità sorte durante il viaggio verso l’Italia e che necessitano di essere prese in considerazione con urgenza.
Interventi costituzionalmente illegittimi, dal respiro assai corto, fondati sull’assioma che chi arriva in Italia non ha bisogno di protezione ma è solo un “semplice clandestino” che crea criminalità e insicurezza, il tutto condito da un linguaggio dal piglio cattivo che inevitabilmente contribuisce a produrre ostilità e razzismo.
La CGIL Lombardia anche quest’anno parteciperà, con una folta delegazione di oltre mille persone da tutti i territori, alla Marcia della Pace Perugia – Assisi del 7 ottobre, per contrastare la strada intrapresa dal Governo sull’immigrazione e ribadire il proprio impegno in difesa dei diritti umani universali, della solidarietà, dell’accoglienza e della pace, valori per noi fondamentali per combattere quelle forze di ispirazione razzista, xenofoba e fascista che stanno tentando di riemergere con l’obiettivo di colpire il nostro ordinamento democratico, la Costituzione e l’idea di un’Europa dei diritti e dei popoli.
L’accoglienza è uno dei valori fondamentali che vogliamo difendere, e Riace ne è il simbolo. Per questo, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura che farà luce sulla vicenda, la CGIL parteciperà alle iniziative di solidarietà e di sostegno al lavoro svolto dall’amministrazione di Riace e dal suo sindaco Domenico Lucano e al modello che hanno indicato.
Milano 3 ottobre 2018
Tag: migranti, mimmo lucano, profughi, razzismo, xenofobia