La sostenibilità economica e finanziaria dell’industria lombarda

in UFFICIO STAMPA

 

 

L’industria manifatturiera lombarda è capace di intercettare i grandi cambiamenti economici? Gli investimenti sono sufficienti a misurarsi con la concorrenza internazionale?  Aumentando i salari, i profitti delle aziende aumentano o diminuiscono?

Una ricerca condotta da Fiom e Cgil della Lombardia, con la collaborazione scientifica dell’associazione Economia e Sostenibilità (EStà), ha provato a rispondere a queste domande, analizzando i dati relativi alla produzione metalmeccanica regionale, ponendoli in relazione con le politiche di ricerca dell’Unione europea e con i risultati di altre regioni e stati continentali.

Sono stati analizzati anche i dati di bilancio delle aziende metalmeccaniche lombarde, ponendo in relazione valore aggiunto, costo del lavoro, occupazione, investimenti immateriali.

Questo lavoro è stato presentato nel corso di un convegno all’auditorium Levi dell’Università Statale di Milano.

La segretaria generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada ha insistito sull’importanza del confronto con le parti sociali  e della formazione di lavoratrici e lavoratori.

“Tutte le parti sociali – ha detto Lattuada – devono confrontarsi per capire l’orientamento e le necessità sul versante innovazione, sulla qualità, la sostenibilità e i tempi dell’impresa: c’è un problema di velocità delle decisioni, ma anche di nascita e morte repentine delle imprese. Le startup sono certo uno dei volani della nostra economia, ma non l’unica. È fondamentale sostenere la tradizione manifatturiera esistente in Lombardia e in Italia”. La ricerca Fiom-Cgil fa luce anche sul rapporto tra salari e profitto dell’impresa. “Laddove si sostiene il valore del capitale umano e i livelli di riconoscimento professionale sono alti, aumenta la redditività dell’impresa”, ha sottolineato Elena Lattuada. “Non è solo un problema di contrattazione, ma di scelte delle imprese rispetto al segmento di produzione in cui vogliono stare, se a bassa o alta professionalità”. Per il segretario generale Cgil Lombardia l’industria lombarda e tutti gli altri settori produttivi hanno bisogno di competenze tecniche, ma non solo. “È importante accrescere il tasso di scolarità media. Le persone non stanno al passo se non hanno le competenze di base. Nelle crisi aziendali le politiche attive funzionano se di base le persone hanno conoscenza sufficiente per poter stare nel mercato che cambia. Il ruolo delle parti sociali sulla formazione permanente è ancora troppo poco condiviso: sono un patrimonio comune, non solo dell’impresa. È giunta l’ora di usare una logica congiunta sulla formazione, non può essere una scelta unilaterale delle singole imprese”.

 

 

MATERIALI

La sostenibilità economica e finanziaria dell’industria lombarda. La ricerca di Fiom Cgil – Està

 Valore aggiunto, redditività e lavoro nelle imprese metalmeccaniche lombarde, di Alessandro Santoro

Crescita, specializzazione manifatturiera e paradigma tecnologico: il caso italiano e lombardo. A cura di Roberto Romano, Simone Beretta, Emanuele Camisana

Lontani e infelici. Quando l’Europa diventa un orizzonte troppo difficile da raggiungere. Di Roberto Romano 

Crescita specializzazione manifatturiera e paradigma tecnologico: il caso italiano e lombardo a confronto con l’Europa. Di Mario Noera

 

Il servizio del Tg3 Lombardia, edizione delle 19.30 del 27 giugno 2019: