Infortuni mortali: la ripresa non può essere sulla pelle dei lavoratori
Oggi due operai hanno perso la vita a causa di una esplosione alla Ecb Company srl, azienda di mangimi del gruppo Saria, a Treviglio, nella bergamasca, probabilmente a causa di un’anomalia nella produzione di mangimi per allevamenti.
Solo due giorni fa il titolare di un’impresa a Guidizzolo (MN) durante la manutenzione di un impianto elettrico perdeva la vita; il quattordicesimo infortunio mortale in Lombardia da inizio anno, senza contare gli infortuni in itinere, come nel caso delle tre donne morte nell’incidente ferroviario di Pioltello.
La situazione nazionale non è certo migliore, con i due operai morti nell’esplosione di una cisterna a Livorno, i pompieri morti in servizio in Sicilia, l’incidente mortale a Bologna subito da un operaio durante i lavori di adeguamento della linea aerea. Solo per limitarci all’ultima settimana!
Tutto questo avviene mentre si assiste a una lieve ripresa dell’economia e dell’occupazione, evidentemente a discapito delle condizioni di sicurezza dei lavoratori, quindi ancora una volta a danno della dignità del lavoro.
Nell’esprimere solidarietà ai familiari e ai colleghi di tutte queste vittime che così ingiustamente e tragicamente hanno pagato un prezzo inaccettabile solo per avere fatto il loro dovere, esprimiamo anche forte preoccupazione per una situazione che non inverte la sua tendenza.
Non ci potremo mai definire un paese civile mentre contiamo anche solo un morto sul lavoro. Chiediamo con urgenza al Governo Regionale appena insediato di attivare al più presto un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali e ogni azione possibile per prevenire questi drammi.
Unitariamente, CGIL CISL UIL dedicheranno il prossimo Primo maggio proprio alle tematiche della salute e della sicurezza sul lavoro, quindi alla dignità del lavoro. Nel frattempo siamo impegnati con ogni iniziativa possibile, sia a livello territoriale che di categoria, a mantenere alta l’attenzione su questo tema.
Ci siamo sempre stati e ci saremo sempre, e non saremo mai stanchi di denunciare che non si può morire di lavoro!