Giustizia per Zyber Curri

in Salute e Sicurezza sul lavoro, UFFICIO STAMPA

Il Tribunale di Como condanna i titolari delle imprese operanti nel cantiere in cui l’operaio morì nel 2018

La sentenza di primo grado del processo penale del tribunale di Como, ha confermato l’impianto accusatorio relativo all’infortunio mortale di Zyber Curri avvenuto il 12 dicembre 2018 in Val Cavargna durante i lavori di costruzione di una centrale idroelettrica.

Ieri tutti i 4 imputati, che hanno scelto il rito abbreviato, sono stati condannati rispettivamente a: 2 anni e 8 mesi – Livio Bellottini -, 1 anno e 4 mesi – Maria Teresa Bellottini (azienda Edilnova s.r.l impresa di Teglio Sondrio esecutrice dei lavori) -, 2 anni – Carlo Graneroli (coordinatore della sicurezza) – e 1 anno e 8 mesi – Gabriele Andreoli (titolare della Andreoli Costruzioni srl di Milano impresa affidataria dei lavori).

 

Il giudice ha riconosciuto un risarcimento per il danno d’immagine alla Fillea di Como e alla Fillea Lombardia che, costituite parti civili a fianco dei famigliari di Curri, con i loro legali, hanno sostenuto l’impianto accusatorio.

Inoltre il giudice ha definito i risarcimenti civili agli eredi confermando nella sostanza le richieste delle parti civili.

Le responsabilità penali sono state definite in coerenza sia con quanto sostenuto dall’accusa che dalle parti civili, con pene anche più aspre di quelle richieste dal Pubblico Ministero.

Esse si sono contrapposte a quanto affermato dagli imputati, secondo i quali: Zyber Curri lavorava nel cantiere (anche se nessuna azienda aveva riconosciuto il suo rapporto di lavoro), ma non doveva trovarsi nella zona del cantiere da cui è precipitato.

Nella catena dei sub appalti, il giudice ha fatto giustizia sul principio che nell’intera area del cantiere le imprese dovevano rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro previste dal testo unico della sicurezza (a partire dal coordinatore della sicurezza) e sull’applicazione del CCNL edilizia con l’attivazione del rapporto di lavoro alle dipendenze di un’impresa edile operante nel cantiere.

 

Questa sentenza parla del modello di impresa edile che ha destrutturato i rapporti di lavoro fino a rendere confusi gli ultimi anelli della catena dei sub appalti. Per questo ribadiamo che è corretta la logica del decreto 77 del 2021 che prevede la parità normativa, retributiva e contrattuale dei trattamenti di tutti i lavoratori che operano in cantiere.

 

Fillea Lombardia, Fillea Como e Fillea Valle Camonica Sebino ribadiscono che è urgente il varo della legge regionale che preveda la timbratura dell’orario di lavoro in cantiere per far corrispondere le ore lavorate con quelle denunciate in Cassa Edile. Inoltre chiedono che deve essere previsto, nel nostro ordinamento giuridico, il reato di omicidio sul lavoro.

Serve una intensificazione dei controlli da parte degli enti preposti per contrastare le evidenti irregolarità di molti cantieri.

Questi provvedimenti, congiuntamente applicati, aumenterebbero la regolarità dei rapporti di lavoro e la sicurezza nei cantieri.

 

Il processo penale si completerà con le prossime udienze in rito ordinario nei confronti dell’imputato Giuseppe Argentieri titolare di Hera srl.

 

Fillea Lombardia, Fillea Como e Fillea Valle Camonica esprimono solidarietà e vicinanza ai famigliari di Zyber Curri. Coscienti che nessuno potrà ridare a lui la vita, ritengono che la sentenza di primo grado abbia fatto chiarezza e giustizia rispetto ad una morte sul lavoro in un contesto estremamente complicato per la dinamica deregolamentata del cantiere.