Frontalieri: incontro con Regione Lombardia lascia la vertenza irrisolta

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L’incontro di questa mattina tra Massimo Sertori, Assessore agli Enti locali, Montagna e Rapporti con la Confederazione Elvetica, e i rappresentanti del comparto frontalieri di CGIL, CISL e UIL non ha portato i risultati attesi.
La vertenza sulla cosiddetta “tassa sulla salute” resta infatti in un vicolo cieco, senza passi avanti concreti verso una soluzione condivisa.

Durante il confronto, la Regione ha confermato l’intenzione di procedere con l’applicazione della tassa non appena sarà approvato il decreto attuativo, in fase di definizione da parte del Ministero della Salute di concerto con il MEF.
L’impostazione illustrata prevede un prelievo del 3% sui redditi dei frontalieri, con una ripartizione del gettito nella misura del 70% destinato ai lavoratori delle professioni sanitarie e del 30% al territorio – in particolare per interventi di welfare e politiche legate al lavoro frontaliero – in modalità ancora da definire.

I sindacati hanno espresso insoddisfazione per i contenuti e l’impostazione della comunicazione regionale, sottolineando la necessità di un approfondimento giuridico per verificarne la legittimità e ribadendo la contrarietà all’applicazione della tassa, ritenuta in contrasto con diversi principi costituzionali.

Le organizzazioni sindacali hanno inoltre sollecitato la Regione a intervenire per correggere le interpretazioni errate delle ATS che, in diversi casi, stanno impedendo a frontalieri e pensionati ex-frontalieri l’accesso al Servizio sanitario nazionale in occasione di cambi di stato – come il rientro in Italia o il superamento del limite dei 20 km di residenza dal confine.

CGIL, CISL e UIL chiedono infine a Regione Lombardia di farsi parte attiva presso il Governo italiano affinché venga chiarita, con le autorità elvetiche, la corretta applicazione della tassazione opzionale del 25% introdotta dal decreto omnibus nell’ottobre 2025 per i lavoratori della provincia di Sondrio occupati nel Canton Ticino, e di prevedere un’integrazione per i frontalieri comaschi che lavorano nel Canton Grigioni.

Il confronto con la Regione, dunque, non risolve i nodi principali della vertenza. Le organizzazioni sindacali rimandano ora la discussione e le decisioni future alle assemblee dei frontalieri, già convocate a partire dal 3 novembre.