CSIR Lombardia Grigioni: Il lavoro oltre frontiera è una risorsa per il territorio, ma servono risposte ed azioni concrete
Il 20 settembre si è riunito il CSIR – Lombardia Sondrio Grigioni, Il Consiglio Sindacale Interregionale Lombardia Sondrio Grigioni nato per volontà delle Organizzazioni sindacali Italiane CGIL, CISL e UIL e Svizzere UNIA e SYNA, con lo scopo di fare sinergia rispetto alle attività intraprese a tutela dei lavoratori frontalieri.
Nel corso della riunione è stata eletta la nuova composizione dell’Assemblea Generale: Guglielmo Zamboni e Giuseppe Augurusa (CGIL), Davide Fumagalli e Paola Bortolomai (CISL) Vittorio Giumelli e Raimondo Pancrazio (UIL), Ivan Cameroni, Markus Roner e Susanna Sabbadini (SYNA), Francesco Brevetti, Maria Lavanga e Anke Gähme (UNIA).
L’assemblea Generale ha poi eletto Guglielmo Zamboni Presidente e Ivan Cameroni e Raimondo Pancrazio Vice Presidenti e Markus Roner membro dell’ufficio di presidenza.
La tematica frontalieri, spesso strumentalizzata necessita di essere meglio conosciuta dal territorio. Purtroppo la mancanza di statistiche ufficiali, non consente di avere nemmeno la certezza dei numeri in discussione (ai quali sono legati anche i ristorni ai comuni di residenza) quindi il primo invito il CSIR lo rivolge alla Provincia di Sondrio perché si proceda alla costituzione dell’Osservatorio sui frontalieri che veda partecipi oltre alla politica di Sondrio e dei Grigioni, le organizzazioni sindacali.
Gli osservatori sono già partiti nelle altre province interessate dal fenomeno, ci aspettiamo che la promessa più volte fatta dal Presidente della Provincia di Sondrio si concretizzi a breve, consentendo maggior conoscenza condivisa del fenomeno e maggiore possibilità per fare sinergie fra i due stati oltre che programmare azioni efficaci per i frontalieri come nello spirito degli accordi bilaterali del 1974.
L’accordo fiscale, a seguito delle elezioni anticipate potrebbe non essere approvato nel 2022, ed entrando in vigore solo l’anno successivo a quello di approvazione dovrebbe avere efficacia nel 2024, salvo votazioni dell’ultimo minuto a fine anno a oggi non previste.
Il CSIR non appena sarà insediato il nuovo Governo intende però attivare dei momenti informativi che oltre ad affrontare tecnicamente la questione e analizzarne le effettive ricadute su Lavoratori e territorio, metta al centro della discussione tutti i temi legati ai lavoratori frontalieri e contenuti nel memorandum di intesa, a partire dallo Statuto dei Lavoratori Frontalieri e del loro riconoscimento giuridico.
Il CSIR denuncia inoltre denuncia l’irrisolta questione dell’Assegno Unico: “il tempo è scaduto, serve una soluzione immediata”
A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore dell’Assegno unico universale non c’è ancora nessuna soluzione per i lavoratori frontalieri che vedono ancora bloccate le erogazioni degli assegni familiari percepiti all’estero da parte delle casse di compensazione e degli istituti della sicurezza sociale dei Paesi di lavoro, per mancanza della corretta trasmissione a quest’ultime degli importi erogati da parte dell’Inps in Italia.
Le organizzazioni sindacali avevano evidenziato all’Inps il tema sin da febbraio.
Vista l’assenza di risposte risolutive, nonostante i numerosi incontri e il protrarsi di problemi sui territori di confine, hanno inviato all’Inps e al Ministero del Lavoro, una dettagliata relazione nello scorso luglio, denunciando tutte le criticità emerse. A tutt’oggi, i sindacati confederali non hanno ricevuto alcuna risposta e i frontalieri continuano ad avere il problema.
La mancata individuazione delle soluzioni per le criticità ha indotto prima le casse estere ad interrompere le erogazioni degli assegni familiari di loro competenza e successivamente, talune, a richiedere direttamente ai frontalieri una “autocertificazione” destinata ad aumentare le difficoltà nella fase di conguaglio e rendicontazione delle provvidenze percepite.
“Il tempo è scaduto e riteniamo assolutamente necessaria l’individuazione di una soluzione definitiva affidata a un provvedimento del Governo, non certo incompatibile con la prassi di un esecutivo in carica per ‘il disbrigo degli affari correnti’, necessario a garantire la continuità nell’azione amministrativa e la certezza del diritto”.
Il lavoro oltre frontiera rappresenta una straordinaria opportunità occupazionale per lavoratrici lavoratori e imprese del territorio ed è un fenomeno in costante crescita. Necessita però di essere messo al centro della discussione politica, conosciuto meglio per affrontare le criticità quotidiane incontrate da questi lavoratori e per programmare a breve e lungo termine un’azione politica, anche transnazionale, che agevoli le soluzioni.
Nel corso della pandemia, con i blocchi alle frontiere si è compresa l’importanza dell’economia di confine. I frontalieri sono cittadini che a costo di grandi sacrifici hanno dovuto trovare oltre confine un’opportunità di occupazione e che garantiscono al territorio stesso, oltre alle “rimesse”, i ristori che è necessario vengano impegnati nel miglior modo possibile.