Cgil Cisl Uil Lombardia: le rsa non sono ospedali!
Oggi il primo dei presidi sotto Palazzo Lombardia per un nuovo Patto per la Salute. Venerdì 19 giugno di nuovo in piazza per la medicina del territorio e la continuità assistenziale
All’insegna dei rispetto delle distanze, lavoratori delle Rsa, pensionati e sindacalisti hanno manifestato martedì 16 giugno sotto Palazzo Lombardia per chiedere un nuovo “Patto per la salute”, nel corso del primo dei tre presidi organizzati da Cgil, Cisl e Uil Lombardia, con le Federazioni che rappresentano i pensionati e tutti i lavoratori che a diverso titolo operano nel sistema sanitario e sociosanitario. ”Le Rsa non sono ospedali!” e “Testimoni della strage nelle Rsa: oltre 6000 vittime tra gli anziani” gli slogan scanditi nel corso della mattinata.
“Sarebbe stato necessario – affermano Cgil, Cisl e Uil Lombardia – che Regione Lombardia si occupasse dei circa 60.000 anziani ospiti nelle Rsa lombarde, le persone più fragili e a rischio, così come di tutti gli operatori del comparto socio sanitario, per tenere l’epidemia fuori dalle strutture o per individuare i casi di infezione e limitare il contagio. Non è stato così”.
Alle Rsa, ricordano i sindacati, sono stati dati protocolli di sicurezza inapplicabili e inapplicati:
– per tardive e scarse forniture sia di dispositivi di protezione, sia di test per il personale e gli ospiti
– per difficoltà di attuare soluzioni organizzative anti-contagio, con procedure di sicurezza e di isolamento dei sintomatici
– per insufficienti dotazioni organiche che si sono ulteriormente ridotte durante l’emergenza a causa della diffusione del contagio tra il personale delle Rsa.
Regione Lombardia ha preteso che gli ospiti sintomatici sopra i 75 anni fossero curati nelle stesse Rsa, deliberando anche di trasferirvi i pazienti ospedalieri positivi al Covid-19. Per gli anziani a casa propria, con o senza sintomi da Covid-19, oppure con scompensi per altre patologie che avrebbero richiesto cure in ospedale, le cose non sono andate meglio, perché nemmeno si è realizzato un adeguato potenziamento nel territorio dell’assistenza domiciliare e della continuità assistenziale, peraltro insufficiente anche prima dell’emergenza epidemica.
“Ci sono state responsabilità rispetto all’esercizio delle funzioni di indirizzo, controllo e gestione delle Rsa che vanno considerate e sarà compito dell’Autorità Giudiziaria accertare e della politica rimediare – sottolineano Cgil, Cisl e Uil Lombardia -. Ma, prima di tutto, non si devono ripetere gli stessi errori, non vogliamo Rsa trasformate in hospice o “lazzaretti” per anziani e nemmeno in reparti ospedalieri. L’anziano che si ammala di Covid-19 deve essere curato in ospedale. Con l’ultima delibera Regione Lombardia si è dovuta correggere”.
LE PROPOSTE DEI SINDACATI
– Maggiori investimenti per innovazione e riorganizzazione dell’offerta sociosanitaria.
– La revisione del sistema degli accreditamenti delle strutture sociosanitarie, in particolare per quanto attiene:
– l’adeguamento dei minutaggi di assistenza alla reale complessità assistenziale degli ospiti;
– la ridefinizione delle tariffe riconosciute dal fondo sanitario, che dovrebbero coprire il 50% del costo in Rsa mentre Regione Lombardia resta al di sotto della quota prevista dalla legge a garanzia dei livelli essenziali di assistenza, scaricando l’onere maggiore sulla retta pagata dagli ospiti o dalle loro famiglie.
– La riduzione della compartecipazione alla spesa a carico delle famiglie (la retta) che andrebbe regolata secondo criteri di sostenibilità e sopportabilità garantendo uno standard adeguato di servizi.
– La tutela dei posti di lavoro, il potenziamento degli organici e la formazione degli operatori.LA MOBILITAZIONE PROSEGUE VENERDI’ 19 GIUGNO, DALLE 9.30 ALLE 12.00
Sindacati e lavoratori di nuovo in piazza, venerdì 19, per chiedere: “Obiettivi primari: sorveglianza epidemiologica, medicina di territorio e continuità assistenziale. Ripartiamo dai Distretti”.