Vogliamo tutta un’altra Italia, libera dalle mafie, libera dal lavoro sfruttato. La CGIL lombarda a Fa’ la cosa giusta!

in UFFICIO STAMPA

CGIL Lombardia a Fa' la cosa giusta! 2017

La campagna referendaria #Con2Sì protagonista insieme alla legalità

Milano 11 marzo 2017 – “Vogliamo tutta un’altra Italia, libera dalle mafie, libera dal lavoro sfruttato”. Questo è il senso, in sintesi, della presenza della CGIL Lombardia, anche quest’anno, a “Fa’ la cosa giusta!” la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.

Ieri giornata piena allo stand della CGIL con gli studenti delle scuole superiori di Milano e dell’hinterland e con quelli che stanno facendo l’esperienza di alternanza scuola lavoro, mentre la giornata di sabato è dedicata al confronto con due dibattiti, uno al mattino e uno nel pomeriggio.

Dalle 11 alle 12, in piazza Pace e Partecipazione “Storie ed esperienze dirette sulla condizione di lavoro in Italia
Attraverso le testimonianze di lavoratori e sindacalisti dei settori commercio, trasporti, cooperative sociali e industria, si parlerà dei referendum promossi dalla CGIL. Letizia Mosca, giornalista di Radio Popolale, intervista ilSegretario Generale della CGIL Lombardia Elena Lattuada.

Dalle 15 alle 16 presso la Sala Convegni “Lavoro-Diritti-Inclusione per un uso sociale dei beni confiscati
Il recupero sociale e produttivo di beni e aziende confiscate alle mafie è una sfida per la parte sana del paese. Per dare vita nei territori, dove sono situati, a nuove storie di diritti, dignità, lavoro a beneficio della collettività.
Programma: Introduce Marinella Magnoni, Segretaria CGIL Lombardia.  Intervengono: Vincenzo Moriello Ufficio legalità CGIL Lombardia; Giulia Venturini Legalità Arci Lombardia; Lucilla Andreucci Referente Libera Milano; Roberto Iovino Flai Nazionale
Don Massimo Mapelli Caritas Milano.  Conclude Giuseppe Massafra Segretario nazionale Cgil.

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Appalti nel settore pubblico e in quello privato: sono Linda, lavoratrice delle cooperative sociali nel settore dell’educazione, che non fa che cambiare datore di lavoro per il succedersi continuo di appalti, Sergio, delegato del settore Logistica e trasporti, che ha denunciato la precarietà del lavoro in questo comparto, e Maurizio, delegato Impregilo. Ma la testimonianza più toccante è stata quella di Carlo, lavoratore del settore del commercio che, lavorando a voucher, quindi senza tutele e sotto costante ricatto, ha preferito parlare con una maschera bianca sul volto. Anonimo, come troppo spesso è nascosta l’attività lavorativa di tante persone, in particolare giovani, che pur lavorando a tutti gli effetti, non hanno diritto ad un contratto vero che vorrebbe dire dignità e riconoscimento sociale, oltre che economico.
“E la maschera allora ce la mettiamo anche noi, in solidarietà con Carlo”, ha detto il segretario generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada. E come lei hanno fatto molti partecipanti al dibattito. Poi di corsa ai microfoni di Radio Popolare.
Intervistata da Letizia Mosca di Radio Popolare, Elena Lattuada ha dichiarato: “I voucher compromettono le condizioni di lavoro e danno atto a dumping.   C’è chi riceve un solo voucher ma lavora 8 o 10 ore al giorno, per 7 euro e mezzo, a prescindere dalla qualità della prestazione. Le imprese possono sfuggire ai controlli fiscali. Per tutti questi motivi chiediamo l’abrogazione dei voucher.
La modifica discussa dal governo non li abolisce, ma si limita a introdurre una differenziazione di carattere economico a seconda che i buoni lavoro siano usati in famiglia o dalle imprese. Addirittura si dice che i voucher possono essere usati per pagare i disabili, i migranti, i detenuti, anziché inserirli in un percorso lavorativo dedicato a chi è più fragile o a chi deve reinserirsi nella società”.

 

Nel pomeriggio l’argomento centrale è stato quello dei beni confiscati e del loro riuso sociale per creare lavoro ed inclusione.

Marinella Magnoni della segreteria della CGIL Lombardia, nel suo intervento introduttivo ha sottolineato che “la CGIL ha nel proprio dna l’impegno forte e continuativo per la legalità. Lo fa come confederazione e attraverso le sue categorie che si occupano dei settori più a rischio di infiltrazioni, anche se la mafia ormai sappiamo che tende a infiltrarsi in ogni settore produttivo. Con le sue lotte, dall’impegno antimafia a quello sul caporalato e sull’utilizzo dei beni confiscati, la CGIL – che è parte di uno schieramento più ampio e unitario che comprende istituzioni e tante realtà sociali – ha portato avanti con coerenza un’azione che oggi si ritrova anche nella battaglia referendaria per i diritti del lavoro”.

Per Vincenzo Moriello responsabile Legalità CGIL Lombardia, “il recupero sociale e produttivo dei beni e delle aziende confiscate alle mafie è la vera sfida per la parte sana del Paese, per dar vita nei territori dove sono situati, a nuove storie di riscatto sociale, di dignità, di diritti, a beneficio della collettività”.

Giulia Venturini, di Arci Lombardia ha usato una metafora efficace imparata nel campo di volontariato a Corleone: “se prendiamo un bastoncino e proviamo a romperlo sarà facile, ma se ne prendiamo tanti, sarà più complicato romperli, e questo da’ il senso di un’azione corale che non lascia da solo chi ci mette la faccia contro le mafie”.

Lucilla Andreucci di Libera Milano, indicando le responsabilità della politica, ha sottolineato che il nostro paese avrebbe bisogno di più coraggio. C’è un’Italia che ne ha di coraggio, e che crede nella possibilità di cambiamento. Ha poi ricordato le tante battaglie fatte insieme alla CGIL per salvare posti di lavoro nei beni confiscati alle mafie. Ci sono tanti esempi virtuosi. Siamo ancora in tanti ormai a combattere la mafia. Ci ammazzeranno tutti? Non credo ha detto con passione chiudendo il suo intervento.

Roberto Iovino della segreteria nazionale della Flai Cgil si è soffermato sul nuovo sfruttamento nelle campagne italiane. Il sindacato sta concentrando la propria iniziativa su due binari che però sono intrecciati, quello dei diritti e quello della legalità. Le battaglie delle categorie, la Flai e la Fillea e della Cgil, ha ricordato, hanno portato all’approvazione della legge sul caporalato, che salvaguarda i diritti e la legalità. Una straordinaria rivoluzione della,normalità che stiamo portando avanti con le lavoratrici e i lavoratori.

Don Massimo Mapelli, della Caritas, ha parlato del suo impegno costante contro le mafie e soprattutto nell’esperienza della Libera Masseria di Cisliano (presente oggi al dibattito anche il Sindaco), che dopo le pesantissime ritorsioni mafiose che ne avevano provocato la distruzione, è rinata e ha visto passare in questi anni oltre tremila giovani. Un’esperienza che è stata di esempio anche per altre importanti realtà, cooperative che sono nate qui come al Sud.

Concludendo il dibattito il segretario nazionale della CGIL Giuseppe Massafra ha valorizzato la rete della quale anche il sindacato fa parte, che è fatta di tante associazioni e di tante realtà, anche istituzionali, impegnate a contrastare la criminalità. Ci siamo spesi in questi anni per dire che ci vuole trasparenza negli appalti, che bisogna sostenere gli amministratori locali che si spendono realmente nel contrasto alla illegalità, per salvaguardare i posti di lavoro nelle aziende sequestrate alle mafie e nel combattere lo sfruttamento del lavoro. La legge per il contrasto al caporalato è il risultato di una battaglia ultra trentennale del sindacato, e ancora, come pochi minuti prima durante la proiezione di un breve video a lui dedicato, è riecheggiato il nome di Placido Rizzotto. Ora dobbiamo contrastare la reazione violenta di chi non vuole perdere la sua egemonia, ha aggiunto Massafra. Ecco perché non possiamo e non dobbiamo cedere nemmeno di un centimetro, e per questo siamo andati nei giorni scorsi sotto la sede del Senato per dirlo. Troppe leggi sono ancora scandalosamente ferme in Parlamento, e tra queste il Codice antimafia. Lo stato deve impegnarsi, insieme alla società civile, per contrastare realmente i fenomeni mafiosi e il malaffare alla radice, proprio lì dove ci sono gli interessi economici delle organizzazioni malavitose.

Domenica ultimo giorno di presenza in fiera, sarà ancora occasione di mobilitazione e di informazione sui #ReferendumLavoro #Con2Si.

Presidente Paolo Gentiloni, fa’ la cosa giusta: dacci la data dei referendum!