Verso il XII Congresso della Cgil Lombardia. L’attività dell’Inca

in UFFICIO STAMPA

Questi ultimi quattro anni del mandato congressuale sono stati per l’INCA il periodo della transizione dalla esclusività del finanziamento pubblico a un regime misto che comprende la compartecipazione economica dell’utente. Certo, il finanziamento pubblico rimane, e speriamo rimarrà, la fonte principale di finanziamento dei servizi INCA (nel 2018 i contributi dell’utenza copriranno circa il 7% del fabbisogno economico del sistema regionale), tuttavia la Legge di Stabilità del 2015 (che ha riformato i principi di finanziamento dei patronati) ha avviato una fase, introdotto una mutazione, che fin qui INCA e CGIL Lombardia hanno saputo tradurre in opportunità nella relazione con le persone. Gli iscritti non pagano mai; è quasi un dogma, aderisce a un principio di politica organizzativa, quell’idea di una comunità solidale nella quale ciascun iscritto contribuisce alla tutela dei diritti di tutti in proporzione ai propri mezzi mediante la tessera. Dal 2018 chi non vuole farne parte, o preferisce conoscere meglio la CGIL prima di decidere di farne parte, è chiamato a dare il suo contributo, limitatamente ad alcuni servizi (ventiquattro in tutto), proporzionale al servizio che richiede. In un quadro nel quale gli utenti dell’INCA non iscritti alla CGIL erano ormai una larga maggioranza, la CGIL ricompone in questo modo un principio di solidarietà più equilibrato, più giusto, e assicura la continuità del suo servizio più sensibile. Inoltre, con una decisione storica, il Comitato Direttivo Nazionale della CGIL, con la delibera del 22 dicembre 2016 istituisce il Fondo Nazionale di finanziamento dell’INCA; una decisione che estende alle federazioni di categoria la responsabilità politica di assicurare continuità ai servizi dell’INCA, e contemporaneamente riconosce l’importanza del lavoro svolto dall’INCA nell’ultimo decennio sul terreno della rappresentanza.

 

Intanto, il perimetro delle competenze dell’INCA si allarga progressivamente; chi volesse approfondire un’analisi delle nostre prospettive organizzative, per l’ampiezza, l’intensità e sensibilità sociale dei servizi, non tarderebbe a individuare nell’INCA un cardine fondamentale della Camera del Lavoro di oggi e sempre più in futuro. Un esempio recente: l’accesso ai servizi di mercato del lavoro, concretizzatosi nella convenzione sottoscritta con ANPAL, suggerisce prudenza nelle necessarie valutazioni di ordine sindacale, ma presenta senz’altro opportunità concrete nello sviluppo di molte nostre attività e di cooperazione tra INCA e le federazioni di categoria. In particolare, la richiesta dell’Assegno di Ricollocazione, a maggior ragione in un contesto di servizi di mercato del lavoro già maturo come quello regionale, propone senz’altro l’opportunità di completare una filiera di servizi destinati ai disoccupati, di agire congiuntamente (INCA e strutture sindacali) nelle crisi aziendali, di ampliare le azioni di rappresentanza. Completa il quadro la possibilità per i dipartimenti sindacali ad ogni livello territoriale di disporre di dati e servizi per una precisa lettura delle dinamiche locali del mercato del lavoro, fin qui riservate ai soggetti accreditati (le Agenzie per il Lavoro e i soggetti istituzionali pubblici – AFOL e Centri per l’Impiego).

 

La crisi occupazionale, esaurite le dinamiche congiunturali, ha lasciato sul terreno elementi strutturali di precarietà; l’analisi della composizione demografica degli utenti che si rivolgono a INCA per la Naspi, evidenzia che si tratta di una platea più giovane di quella degli anni 2010-2013 (in generale la fascia di età è salita dal 17 al 23% del totale) e intensamente popolata dai migranti (che sono passati significativamente dal 10 al 23% della nostra utenza complessiva). Appena 10 anni fa i servizi sulle prestazioni di disoccupazione e di sostegno al reddito erano una minuscola parte delle circa duecentomila pratiche dell’INCA Lombardia (poche migliaia); oggi, prestazioni di disoccupazione, a sostegno della maternità e della famiglia, assommano a oltre 130.000 e rappresentano il 30% dei servizi resi. La previdenza tradizionale, cioè tutti i servizi attestati sulla filiera del diritto e della gestione della pensione, rimane il lavoro prevalente e rappresenta oltre il 40% dell’attività, seguono le prestazioni e i benefici assistenziali di invalidità che ammontano al 15%.

 

INCA è una larga porta di accesso alla CGIL. Se questo principio è vero da sempre, sempre più lo troviamo rappresentato nei dati del tesseramento. Nel caso di chi non era iscritto, INCA costruisce l’occasione per avviare una relazione associativa sindacale che è doveroso coltivare nel tempo seguendo sia un canale individuale che quello della rappresentanza contrattuale generale; nel caso di chi era iscritto e interrompe suo malgrado la relazione perché perde il lavoro o si esaurisce il periodo contrattuale, INCA si incarica di attribuire continuità alla relazione, continuità che mancando l’intervento dell’INCA evidentemente non sarebbe assicurata. Nel 2017 gli attivi che si sono iscritti alla CGIL mentre ottenevano un servizio dall’INCA (prevalentemente Naspi e Disoccupazione Agricola) sono stati poco meno di 38.000, le deleghe a favore dello SPI circa 16.500.

Se consideriamo il periodo del mandato congressuale in corso (2015-2018) e le stime (positive) sulla conclusione dell’anno corrente, si conclude per oltre 60.000 deleghe a favore dello SPI e quasi 160.000 alle categorie degli attivi.

 

INCA è anche un motore di evoluzione del modello organizzativo; durante il corrente mandato congressuale si è definitivamente affermato nelle Camere del Lavoro il modello dell’accoglienza. Così come era stato protagonista nella fase di analisi, progettazione e sperimentazione del modello, INCA, i direttori in particolare, è stato il principale promotore dell’attuazione e dello sviluppo di questo modello. La rilevazione del bisogno nel momento dell’accesso alla camera del lavoro, consente di disegnare un percorso di tutela personalizzato e di migliorare la qualità della presa in carico. Le ricadute organizzative positive sono enormi; le risorse si utilizzano più razionalmente, l’intensità tecnica della risposta può essere distribuita come funzione della domanda, il nostro personale può essere addestrato gradualmente.

La piattaforma di web-incoming (www.incaming.it) è il fattore più recente di razionalizzazione; la piattaforma orienta l’utente nella complessa rete territoriale e nella estesa gamma dei servizi INCA in Lombardia, fornisce informazioni chiare e sintetiche sulle prestazioni, e consente all’utente di procurarsi un appuntamento nella sede che gli è più comoda, evitando viaggi a vuoto e tempi di attesa, e se necessario gli permette di dialogare con il responsabile dell’ufficio zonale scelto.

 

Le capacità professionali dei nostri funzionari e le conoscenze dei nostri collaboratori volontari, sono il nostro capitale organizzativo e politico più importante; così, l’impegno del centro regionale dell’INCA Lombardia sul terreno della formazione e dell’aggiornamento tecnico prosegue con sempre maggiore intensità. La formazione regionale di base, svolta secondo un modello unico nel panorama nazionale per modernità e continuità, assicura alle camere del lavoro la continuità tecnica dei servizi nonostante l’intenso turn-over generazionale degli oltre 200 funzionari. L’edizione 2018 del corso, articolato su 16 moduli e 53 giornate d’aula, è disponibile anche in streaming e podcasting mediante la piattaforma di videoconferenza. La scuola regionale SPI, una iniziativa congiunta con SPI Lombardia, mette a disposizione delle nostre strutture territoriali materiale costantemente aggiornato per l’addestramento dei collaboratori SPI-INCA. Infine, la NL settimanale di informazione INCA, arriva regolarmente nella casella e-mail di ciascuno di noi ogni mercoledì mattina, ed è arrivata al numero 215; molto apprezzata anche fuori dallo stretto perimetro dei nostri funzionari, assicurando una informazione rapida e fruibile, attribuisce al sistema margini migliori di sicurezza e di qualità dei servizi.