POSTE. SLC CGIL: ormai insostenibile il livello delle giacenze in Lombardia

in UFFICIO STAMPA

Poste

Inviati esposti ad ASL, Ispettorato del lavoro e Procura della Repubblica

Ormai da tempo la posta sta letteralmente invadendo i centri di smistamento di Milano (Peschiera Borromeo e Roserio) e di recapito della Lombardia. A denunciarlo è la SLC CGIL Lombardia.

Nonostante Poste Italiane stia procedendo ad una riorganizzazione del settore della Logistica e del recapito, in ambito nazionale, prevedendo un taglio di circa il 20/30 % del personale, giustificato da un presunto e costante calo di traffico, il volume di posta ha raggiunto in Lombardia, per stessa ammissione della Società, un aumento di circa il 30% annuo.

Tale condizione ha trovato Poste Italiane impreparata ad affrontare tale situazione, e in sostanza i centri di smistamento (CMP) si sono progressivamente intasati di corrispondenza con picchi di giacenza pari a 150.000 chili solo sul sito di Peschiera Borromeo.

Anche la situazione del CMP di Brescia, diventato un hub dei pacchi Amazon, è estremamente critica.

Particolarmente critica è la situazione alla Dogana di Linate, con una giacenza di oltre 70.000 chili di corrispondenza (lettere, pacchi, pacchetti)  di provenienza estera ed extracomunitaria, in buona parte da sdoganare.

Merce spesso anche deteriorabile e che rischia di marcire negli stabilimenti.

Nonostante il ricorso massiccio allo straordinario per tutto il periodo Natale-Epifania, festività comprese, le giacenze non cessano di aumentare.

Impossibile immaginare di poter garantire i requisiti minimi di sicurezza e di igienicità a carico dei lavoratori che sono costretti a lavorare in situazione disperate in spazi intasati dalla posta, dove non riescono a muovere carrelli e muletti.

Particolarmente grave è il mancato utilizzo, causa la necessità di sveltire lo sdoganamento, dell’apparecchiatura per il controllo del contenuto dei pacchi (radiogeno), nonostante il crescente stato di allerta, con particolare riferimento al rischio di attentati di natura terroristica.

Per questa ragione è stato inviato un esposto all’Agenzia delle Dogane di Milano e alla Procura della Repubblica.

Dunque, approssimazione nel modello produttivo e ricorso sistematico anche ad assunzioni a tempo determinato (circa 1500 in ambito nazionale) solo dal mese di gennaio, quindi solo dopo che i danni sono stati consumati a carico dei clienti e con un livello di standard di qualità praticamente pari a zero.

Basti dire che, da dati aziendali, gli obiettivi di qualità della Lombardia sono stati raggiunti solo per il 30% circa rispetto a quelli fissati per il 2016.

Infine, una ulteriore causa dell’aumento delle giacenze consiste nella pervicace volontà dell’azienda di procedere, in modo unilaterale, nonostante gli scioperi in corso, con la riorganizzazione del recapito già attuata in molte province lombarde, nelle quali non si riescono a smaltire i volumi di corrispondenza a causa della consegna a giorni alterni.

Per questo da tempo stiamo chiedendo di sospendere e rivedere il modello organizzativo, sia a livello nazionale che regionale.