Poste Italiane, la Slc Cgil Lombardia non firma il verbale d’incontro territoriale. “In Lombardia accordo insufficiente”

in UFFICIO STAMPA

 

 

Poste Italiane darà attuazione all’accordo nazionale per quanto concerne le stabilizzazioni dei Ctd.  122 assunzioni  entro agosto 2019 e 636 assunzioni entro ottobre 2019. Un dato certamente  positivo per  quelle ragazze e quei  ragazzi  che  nel limbo della precarietà e spesso costrette a una migrazione verso le regioni del nord,  vedranno un loro  legittimo diritto al lavoro  tramutarsi in un contratto stabile.

La Slc Cgil negli ultimi 3 anni ha  lottato per loro ponendo l’accento sulle difficili condizioni  di lavoro con innumerevoli iniziative sindacali.

Però, e lo diciamo a quelle organizzazioni che si accontentano e si accodano alle vecchie logiche postali,  questo modo di affrontare la tematica del precariato in Poste Italiane risulta insufficiente.

Alla luce delle disposizioni di legge, stante il carattere pubblico di Poste Italiane, affrontare la tematica delle stabilizzazioni e del ricambio generazionale senza una vera programmazione e una riscoperta delle esigenze territoriali rischia di essere la montagna che partorisce un topolino.

Ed ecco perché la Slc Cgil Lombardia, a differenza delle altre organizzazioni sindacali, non ha firmato il verbale d’incontro del 4 luglio, ritenuto a nostro avviso non rispondente in maniera compiuta ai bisogni che la Lombardia, ma soprattutto le lavoratrici e i lavoratori meritano.

Preoccupa che a fronte degli ingressi, lo ribadiamo  insufficienti, non ci si curi che la perdita di occupazione causata  dalle uscite di personale in quota 100 e/o Fornero, unitamente alle  incentivazioni all’uscita dal luogo di lavoro  che Poste Italiane ha messo in operatività nel settore della logistica e nel Mercato Privati, potrebbe determinare verosimilmente una diminuzione dell’organico di circa 1700/1800 lavoratori per l’intero territorio lombardo. Le carenze d’organico già critiche non verranno compensata dalle assunzioni del succitato accordo,  ancorché le stesse saranno  realizzate in massima parte ad  ottobre  2019, lasciando irrisolti le gravi carenze organizzative in vista del  periodo feriale. Ci aspettavamo dal confronto regionale che il quadro dirigente aziendale, spesso attento alla forma meno alla sostanza,  recepisse le istanze promosse dalla Slc Lombardia riferite al conflitto di lavoro avviato a suo tempo, nel quale  bene abbiamo rappresentato i limiti delle ricadute occupazionali sulla Lombardia.

Peccato che una grande azienda come Poste Italiane, risorsa per il Paese, sconti all’alba del 2020 ritardi gestionali nonché un’organizzazione del lavoro spesso legata a logiche non industriali e che sfuggono ai più con promozioni e passaggi di carriera fulminea e spesso inspiegabili. Da lì spesso discende una inefficiente organizzazione del lavoro.

Dilatazione dei tempi di lavoro, aumento dei carichi degli stessi, problemi connessi alla vetustà dei mezzi a due e quattro ruote avrebbero dovuto indurre Poste Italiane ad accelerare le scelte industriali  a livello regionale, giusto per affrontare le sfide nella logistica integrata , ricordando nel contempo di essere un soggetto volto al servizio pubblico.

In aggiunta ai problemi già citati ci sono quelli connessi ad ambiente e sicurezza (parrebbe vi sia presenza di amianto in molti siti aziendali).

L’abuso dello straordinario a volte non timbrato e non pagato occulta le carenze d’organico perché destruttura i dati delle prestazioni, con la conseguenza di non mostrare la reale esigenza del fabbisogno occupazionale. L’azienda e non altri, ha recentemente comunicato che in Lombardia l’assegnazione fino ad oggi sulle linee di base cuba l’82% e quello sulle Business tra il 62/65%. E’ lampante che percentuali così basse siano indice di sofferenza di organico, specialmente stabile poiché come tutti sanno sulle business vengono impiegati i Ctd. Vien da se che tale modello si scarica pesantemente sulle condizioni di vita dei lavoratori.

Una dirigenza attenta è anche quella che si assume la responsabilità di sanare inadempienze contrattuali. Sappiamo che spesso avviene il contrario. Basterebbe verificare i dati e si scoprirebbe che molti lavoratori, spesso donne chiedono di essere demansionati.

In ultimo ma non per ultimo l’utilizzo della norma de distacchi, addirittura in violazione del contratto nazionale e degli accordi sui bacini già in essere.

Questi in modo sintetico ma non certamente esaustivo le difficoltà che in Lombardia le province segnalano in maniera sistematica e che hanno reso necessario una presa di posizione di merito non apponendo la firma al verbale d’incontro.

Chi conosce Poste Italiane sa bene che quanto abbiamo evidenziato è all’ordine del giorno. Qualcuno volge lo sguardo oltre, SLC Lombardia denuncia.

SLC è sempre pronta a riprendere il confronto ma partendo da rapporti industriali concreti nell’interesse delle lavoratrici e dei Lavoratori e del consolidamento di Poste Italiane, patrimonio per l’intero Paese.

Resta inteso che il percorso di confronto con le istituzioni con gli organi di controllo, i sindaci, e con la politica restano tutti in essere per stimolare una discussione più compiuta e per rendere efficaci anche le relazioni industriali.

Poste Italiane, le lavoratrici e i lavoratori meritano rispetto, non solo a parole.