“Più Sanità Pubblica , Più Medicina di territorio”. Documento Cgil Cisl Uil Lombardia con le proposte inviate alla Regione

in Welfare e Sanità

 

 

 

Dopo i presidi di mobilitazione e di denuncia organizzati nel mese di giugno, Cgil Cisl Uil Lombardia hanno inviato al Presidente Fontana e all’Assessore al Welfare Gallera il documento “Più Sanità Pubblica, Più Medicina di territorio”.

Nel documento viene ribadita la richiesta di un Tavolo permanente di confronto, consapevoli di una possibile recidiva della pandemia ma anche convinti che il dramma che abbiamo vissuto nei mesi passati sia anche riconducibile ad un assetto del sistema socio sanitario lombardo incompiuto e, per alcuni aspetti essenziali, inadeguato e sbagliato.

Il documento è suddiviso in due parti: nella prima si propongono interventi immediati per gestire la fase di uscita dall’emergenza e per evitare i rischi di una possibile recidiva epidemica, mentre nella seconda si avanzano linee d’azione per interventi più strutturali.

 

In particolare, nella prima parte del documento si chiede di:

  • intensificare la sorveglianza attiva e il tracciamento dei contatti,
  • preparare la prossima campagna di vaccinazione anti-influenzale,
  • verificare e monitorare il rispetto delle disposizioni e dei protocolli per la sicurezza nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e in tutti i luoghi di lavoro,
  • riformare il sistema di accreditamento e funzionamento delle strutture socio sanitarie (RSA)
  • programmare la ripresa delle attività sanitarie ordinarie di tipo diagnostico, ambulatoriale e chirurgico,
  • rafforzare le dotazioni organiche.

Per quanto riguarda gli interventi più strutturali si propongono:

  • un sistema integrato di sorveglianza epidemiologica (aggiornare il piano pandemico regionale, potenziare la medicina del lavoro e i Dipartimenti di Prevenzione, programmare scorte di medicinali, reagenti e DPI, garantire la vigilanza sanitaria nelle scuole);
  • lo sviluppo della medicina di territorio e la continuità assistenziale ripartendo dai Distretti, dal ruolo dei “medici di famiglia” e dalla prossimità di cura;
  • una riforma dei modelli di gestione della non autosufficienza, dei modelli organizzativi e di servizio in ambito sociosanitario;
  • il ripensamento strutturale degli ospedali, dei modelli organizzativi di gestione dei Pronto Soccorso e delle degenze ospedaliere;
  • la revisione della legge regionale 23/2015 a partire dal ruolo e dalle responsabilità in capo alle ATS  e dalla modifica del percorso di accreditamento e contrattualizzazione delle strutture private sanitarie e sociosanitarie;
  • il ripensamento della programmazione delle dotazioni organiche.

 

Qualora Regione Lombardia non dovesse convocare le organizzazioni sindacali ulteriori iniziative di mobilitazione.