Pensionati in piazza, presidi davanti alle prefetture contro i tagli alla rivalutazione delle pensioni previsti dalla manovra finanziaria del governo
Pensionati e pensionate in piazza per protestare contro la manovra finanziaria. Il nuovo Governo non ha rispettato gli accordi sottoscritti, e con il nuovo “raffreddamento dell’indicizzazione delle pensioni” ha scelto di fare cassa con le pensioni per finanziare le altre misure promesse in campagna elettorale.
Continua la vessazione contro pensionate e pensionati. Dopo 10 anni di rivalutazioni praticamente bloccate anche questo il Governo gialloverde ha deciso di mettere le mani in tasca ai pensionati con il nuovo sistema di “raffreddamento” della perequazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo (1.522 euro lordi mese nel 2018) e con il prelievo straordinario di solidarietà per quelle sopra le 100 mila euro lordi annui.
Chi oggi riceve una pensione fino a 1.522 euro mese lordi, pari quindi a tre volte il minimo, potrà continuare a contare sul 100% di rivalutazione legata all’inflazione. Per gli altri pensionati che percepiscono assegni superiori il nuovo meccanismo introdotto dalla manovra, invece, prevede una stretta che comporterà una perdita da 65 a 325 euro lordi anno a partite dal 2019 e per il resto della vita.
Sono sei le altre fasce di indicizzazione previste: tra tre e quattro volte il minimo la rivalutazione al 97%. Al 77% se tra quattro e cinque volte il minimo. Al 52% se tra cinque e sei volte il minimo. Al 47% se tra sei e otto volte il minimo e al 45% se tra otto e nove volte il minimo. Al 40% se la pensione è sopra nove volte il minimo.
La rivalutazione delle pensioni è una questione di equità. Da anni chiediamo che venga finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione che risponda ai reali bisogni di milioni di pensionati e pensionate, che permetta davvero di non far perdere il potere di acquisto delle pensioni, come di fatto oggi accade. Come sindacato lo avevamo ottenuto!!! E, invece, il Governo “del cosiddetto cambiamento” si allinea alle prassi consolidata, colpisce e fa cassa con i pensionati e non agisce in modo forte e determinato, ad esempio contro l’evasione fiscale
Basta, questo non è più tollerabile. I sindacati pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Lombardia sono contro questa politica a cui piace parlare di reddito di cittadinanza ma non dice nulla sulla necessità di rilanciare una legge sulla non autosufficienza e un’idea sociale di welfare europeo. Non dice nulla su investimenti per lo sviluppo del Paese e per la concreta realizzazione di lavoro per i giovani.
Siamo contro la decisione di raddoppiare le tasse a chi opera nel no profit: un danno difficilmente quantificabile per la portata sociale enorme di questo comparto nel nostro Paese che tradotto in attività quotidiane, significa fare di meno per i più deboli. Forse in Italia si può tassare di tutto ma non i bambini di famiglie povere, i disabili, la fame e la povertà. Siamo contro all’ipocrisia di questo Governo che, sempre con la stessa manovra, premia i soliti evasori fiscali con il saldo e stralcio delle cartelle. Un vero e proprio schiaffo in faccia ai pensionati e pensionate che versano imposte e tasse prima ancora di ricevere l’assegno della pensione.
Invece di ripristinare il precedente “sistema di indicizzazione per fasce” il nuovo Governo ha scelto il “raffreddamento e blocco” delle pensioni oltre i 1.522 euro mese lordi, che produce una riduzione del reddito disponibile peggiorando la vita ai pensionati e pensionate.
Inoltre, Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Lombardia denunciano un complicato rapporto con la Regione dalla quale attendiamo risposte concrete alle problematiche degli anziani sui temi di welfare, sanità e non autosufficienza.
Con “Anziani3.0 – Quale futuro” Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Lombardia hanno elaborato e già inviato alla Regione precise proposte tese a migliorare la qualità sociale di pensionate e pensionati. Chiediamo interventi concreti su: diminuzione delle rette in Rsa, diminuzione delle liste di attesa in Rsa, aumento dei posti letto contrattualizzati in Rsa e la costituzione di un fondo regionale dedicato alla non autosufficienza.
Pertanto, i sindacati pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Lombardia proclamano lo stato di mobilitazione, e nei prossimi giorni saremo davanti alle prefetture e nelle piazze delle Città lombarde per esprimere il nostro dissenso contro una manovra, che ancora una volta giudichiamo contro i pensionati. Domani, venerdì 28 dicembre 2018 si terranno i primi presidi unitari dei pensionati davanti alle Prefetture di Milano, Varese, Lecco, Monza e Mantova con la richiesta di essere ricevuti.
Siamo e saremo impegnati in tutte le sedi, affinché sia posta fine a questa vera e propria persecuzione contro i pensionati, reiterata ormai da troppo tempo. Inoltre, Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Lombardia indicono un grande attivo generale unitario per il giorno 16 gennaio 2019 a Milano in preparazione delle mobilitazioni nazionali.
Emilio Didonè, segretaro generale Fnp Cisl Lombardia
Giovanni Tevisio, segretario generale Uilp Uil Lombardia
Stefano Landini, segretario generale Spi Cgil Lombardia
Milano, 27 dicembre 2018