#NoDeliveryDay. Rider in sciopero venerdì 26 marzo

in Mercato del lavoro, UFFICIO STAMPA

Appello ai consumatori: sostenete lo sciopero, non ordinate

La rete Rider X i Diritti, di cui anche la Cgil fa parte, ha indetto una mobilitazione nazionale per venerdì 26 marzo.

– Contro il cottimo e il lavoro gratuito
– Contro il contratto Ugl e Assodelivery che nega diritti e tutele
– Per una paga dignitosa e un vero contratto, quello della logistica
– Per il diritto alla sicurezza sul lavoro
– Per il diritto alla rappresentanza sindacale
– Per malattia e maternità retribuite
In Lombardia previste mobilitazioni a Milano (piazza XXIV Maggio, ore 11.30) e a Bergamo dove si stanno organizzando volantinaggi e si terrà un presidio davanti alla stazione la sera di venerdì 26.

“Da tempo le nostre strutture sono in prima linea nella denuncia delle condizioni spesso al limite della sopportabilità che questi lavoratori sostengono quotidianamente. Dopo la firma dell’accordo ‘pirata’ fra Assodelivery e Ugl, abbiamo chiesto, tra le altre cose, al Ministero del Lavoro di farsi promotore di una campagna straordinaria di ispezioni, rivolta a verificare se l’autonomia di questi lavoratori fosse effettivamente dimostrabile”. Così la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti aveva commentato la notizia dell’indagine della Procura di Milano e dell’invio dei verbali a Uber Eats, Glovo, JustEat e Deliveroo in cui si impone l’assunzione di circa 60.000 collaboratori in tutta Italia. 

 

Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery hanno sottoscritto ieri, 24 marzo, alla presenza del Ministro del Lavoro, il Protocollo Quadro Sperimentale per la legalità, contro il caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery. Si tratta di un risultato importante che rappresenta la conclusione di uno dei percorsi di confronto sui diritti e le tutele dei riders, aperto presso il Ministero del Lavoro. Il Protocollo ha l’obiettivo di porre fine alle dinamiche che vedono questi lavoratori coinvolti in sfruttamento e pratiche lavorative illegali, che ne intaccano i diritti fondamentali.