No modifiche al codice appalti: lettera aperta al presidente Fontana

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Le proposte di modifica al Codice degli Appalti avanzate dal Governo e attualmente in discussione in Parlamento rischiano di compromettere gravemente trasparenza, legalità e tutele per migliaia di lavoratori in Italia, con impatti significativi anche in Lombardia.

Questo l’allarme lanciato da Alessandro Pagano, Segretario Generale di CGIL Lombardia, in relazione agli emendamenti proposti al D. Lgs. 36/2023, il cosiddetto Codice degli Appalti Pubblici.

“Le nuove norme penalizzeranno lavoratori e imprese serie, favorendo dumping contrattuale e riducendo salari e tutele in ambiti cruciali come salute e sicurezza”, ha dichiarato Pagano. “In Lombardia, dove nel 2023 sono stati spesi quasi 15 miliardi di euro in forniture, oltre 12 miliardi in appalti di servizi e oltre 9 miliardi in appalti di lavori, vedremo presto gli effetti negativi di queste modifiche.”

Le principali criticità delle modifiche proposte

Le proposte del Governo prevedono:

Abolizione dell’obbligo di applicare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) firmati dalle organizzazioni rappresentative, favorendo l’adozione di contratti meno tutelanti.
Ampliamento del ricorso ai subappalti e affidamenti diretti senza gara, con conseguente aumento del rischio di concorrenza sleale.
Cancellazione del rating di legalità, un indicatore fondamentale per la reputazione delle imprese.
Introduzione di criteri contraddittori per la validità dei CCNL, che potrebbero legittimare contratti sottoscritti da sindacati non rappresentativi.

Secondo Pagano, queste modifiche violano il principio della legge delega (L. n.78/2022), che stabilisce la parità di tutele economiche e normative per i lavoratori coinvolti in appalti pubblici.

 

Impatti sul territorio lombardo

In Lombardia, la CGIL ha firmato importanti protocolli per la tutela del lavoro negli appalti, come quello relativo al PNRR, al Piano Lombardia e alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Tuttavia, queste intese rischiano di essere svuotate di significato se le modifiche al Codice degli Appalti venissero approvate.

“Le nuove norme non solo indeboliranno i contratti collettivi, ma renderanno più difficoltosa la gestione degli appalti da parte delle amministrazioni locali e delle aziende pubbliche, aumentando contenziosi legali e vertenze”, ha spiegato Pagano.

 

L’appello della CGIL Lombardia

Per contrastare queste misure, la CGIL Lombardia ha inviato una lettera al Presidente della Regione Attilio Fontana, chiedendo un intervento deciso. “Chiediamo a tutte le forze politiche, alle associazioni datoriali e alle istituzioni locali di unirsi a noi nel richiedere al Governo di ritirare queste proposte. È necessario aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni realmente rappresentative, per mettere al centro la qualità del lavoro e la difesa dei diritti e dei salari”, ha concluso Pagano.

La CGIL Lombardia continuerà a battersi per garantire che le risorse pubbliche siano impiegate nel rispetto dei diritti dei lavoratori e della trasparenza, elementi fondamentali per uno sviluppo economico equo e sostenibile.