L’impatto del decreto concorrenza sul servizio sociosanitario in Lombardia
Garantire qualità, continuità della cura e governo pubblico del sistema salute
Oggi l’incontro Unitario Coordinamenti Welfare Regionali
CGIL, CISL e UIL, con le rispettive Federazioni regionali della Funzione Pubblica e dei Pensionati, a conclusione dell’incontro congiunto dei propri Coordinamenti Welfare, esprimono grande preoccupazione per l’avvicinarsi del termine dato alle Regioni per adeguarsi alle norme in materia di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private e la conseguente contrattualizzazione delle strutture sanitarie e sociosanitarie, private, stabilite dal «Decreto concorrenza», diventato legge il 5 agosto 2022, n. 118, ed al successivo Decreto ministeriale del 19 dicembre 2022.
Le Regioni dovranno, pertanto, garantire a tutti gli operatori privati accreditati pari opportunità di accesso al mercato delle prestazioni sanitarie per conto del servizio pubblico.
La garanzia costituzionale della tutela della salute non è uguale alla tutela della concorrenza e, tuttavia, duole rilevare che Governo e Parlamento, in materia di concorrenza, hanno avuto molta più attenzione per le possibili ripercussioni del decreto sulle concessioni balneari, di quanto ne hanno avuta per quelle sul settore sanitario e sociosanitario.
Le implicazioni delle nuove norme sul sistema sanitario e socio-sanitario potrebbero essere gravi e tanto più concreto è questo rischio in Lombardia. Negli anni Regione Lombardia ha costruito l’intero sistema socio-sanitario regionale lasciando all’iniziativa privata un ruolo crescente e — su parti rilevanti dell’offerta di cura ospedaliera e di assistenza territoriale — perfino preminente, perdendo importanti leve di governo pubblico del sistema. Lo scenario oggi vede la nostra regione caratterizzata dalla quasi assenza dell’offerta pubblica nel comparto sociosanitario a partire dalle RSA.
In Lombardia si è scelto un modello di coinvolgimento del privato che prevede di dare l’accreditamento a tutti gli operatori con i requisiti di idoneità, trasferendo la contrattualizzazione annuale alle ATS con vincolo di budget. Nel quadro delle nuove norme sulla concorrenza, gli erogatori privati già a contratto o solo accreditati, hanno già cominciato a chiedere, stante la ribadita equivalenza nell’ordinamento lombardo tra pubblico e privato, che tutta la spesa sanitaria, anche il budget assegnato alle strutture sanitarie pubbliche, sia contendibile con le stesse regole.
Bisogna evitare che il prezzo del riordino di questi importanti servizi ricada ancora una volta sulle cittadine e i cittadini lombardi, in modo particolare sui più fragili e vulnerabili, e che la competizione fra gli erogatori privati si giochi sul contenimento del costo del personale e gli investimenti. Nei servizi soggetti a compartecipazione, i rischi d’impresa (es.: mancato rinnovo del contratto di servizio) verrebbero trasferiti sull’aumento delle rette che ogni ente gestore, con le regole vigenti in Lombardia, può decidere liberamente.
Riteniamo, perciò, necessario intervenire secondo alcune priorità:
- una programmazione regionale (pluriennale/annuale) con chiare determinazioni sulla tipologia e sui volumi dei servizi da erogare rispetto ai bisogni di salute del territorio;
- trasparenza nei processi di selezione degli operatori privati, sia in fase di accreditamento che di contrattualizzazione;
- revisione del sistema di accreditamento e contrattualizzazione inserendo standard organizzativi e di servizio e regole che possano garantire:
- tutela occupazionale, con l’applicazione dei CCNL di comparto sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative
- qualità dei servizi, tramite il potenziamento degli organici, l’adeguamento del minutaggio assistenziale, la presenza di tutte le professionalità essenziali al mantenimento di aggiornati standard erogativi
- sviluppo dei modelli organizzativi e di servizio per aumentare la qualità dell’assistenza ed ampliare la filiera dei servizi residenziali, semi-residenziali e domiciliari
- equità e sostenibilità, per le unità d’offerta sociosanitaria soggette alla compartecipazione della persona assistita, agendo sia sulla quota sanitaria rimborsata agli enti gestori, per rapporto alla maggiore complessità assistenziale, che sulla regolazione e moderazione delle rette sui posti contrattualizzati con la Regione
- Restituire centralità erogativa e tecnologica agli enti pubblici del sistema
- Cogliere l’occasione della riorganizzazione della Medicina Territoriale, a partire dal pieno impiego delle risorse in attuazione del PNRR, per sviluppare la filiera dei servizi rivolti alle persone anziane e non autosufficienti e dotarsi di strumenti pubblici di analisi dei bisogni di salute, requisito fondamentale per la costruzione di strumenti programmatori efficaci.
Queste prime valutazioni saranno oggetto di confronto con Regione Lombardia, impegnandoci a promuovere iniziative di sensibilizzazione sui territori della nostra Regione, con l’obiettivo di costruire un sostegno sempre più ampio alle nostre proposte.