L’Europarlamento approva la revisione della direttiva sui CAE

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Un passo avanti per la democrazia nei luoghi di lavoro. 

Il Parlamento europeo ha approvato la revisione della direttiva 2009/38/CE sui Comitati aziendali europei (CAE), con 414 voti a favore, 139 contrari e 61 astenuti su un totale di 614 votanti.

La nuova posizione dell’Europarlamento rappresenta un ampliamento della democrazia nei luoghi di lavoro europei: rafforza i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori nelle imprese multinazionali e potenzia il ruolo dei loro rappresentanti nei Comitati aziendali europei. Non a caso, i gruppi della destra e dei cosiddetti “patrioti” in Parlamento europeo hanno votato contro, opponendosi a un passo che restituisce voce e potere di partecipazione a chi lavora.

Cosa sono i CAE e perché la riforma è importante

I Comitati aziendali europei, istituiti dalla direttiva 2009/38/CE, garantiscono il coinvolgimento di chi lavora nelle decisioni strategiche delle multinazionali che operano in più Stati membri.
Si tratta di organismi fondamentali per assicurare che il personale sia informato e consultato su decisioni che riguardano ristrutturazioni, fusioni, delocalizzazioni o transizioni industriali con impatto transnazionale.

Negli anni, però, la direttiva si è dimostrata insufficiente: molte imprese hanno aggirato gli obblighi informativi, riducendo i CAE a organi puramente formali, spesso coinvolti solo dopo che le decisioni erano già state prese.
La mancanza di sanzioni effettive e la presenza di numerose deroghe hanno indebolito il diritto alla partecipazione sancito a livello europeo.

Cosa cambia con la revisione approvata

Con il nuovo testo, l’Europarlamento chiede che la direttiva sia rafforzata e resa realmente applicabile, prevedendo:

  • tempi certi e vincolanti per l’informazione e la consultazione nei luoghi di lavoro, da attuare prima delle decisioni aziendali;

  • sanzioni effettive e proporzionate per le imprese che non rispettano gli obblighi;

  • inclusione di tutti gli accordi aziendali esistenti, compresi quelli finora esclusi dal campo di applicazione;

  • garanzie per l’accesso alla giustizia, affinché la rappresentanza possa far valere i propri diritti;

  • parità di genere nella composizione dei CAE;

  • copertura integrale da parte delle aziende dei costi di funzionamento dei comitati, incluse le spese di formazione, traduzione e consulenza tecnica.

La relazione approvata dalla Commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo sottolinea che, in un contesto di profonde trasformazioni industriali, la partecipazione dei lavoratori è parte integrante della democrazia economica e sociale europea.

Il commento della Confederazione europea dei sindacati

Per la Confederazione europea dei sindacati (CES/ETUC), la decisione del Parlamento europeo è «una vittoria per tutta l’Europa».

“Chi lavora nelle multinazionali fan un altro passo verso una voce più forte nei luoghi di lavoro”, ha dichiarato la vicesegretaria generale della CES Isabelle Schömann, aggiungendo che il mandato approvato “apre la strada a diritti più forti e applicabili, per garantire che la voce di chi lavora venga ascoltata dal management delle multinazionali”.

Dichiarazione di Valentina Cappelletti, segretaria generale CGIL Lombardia

“Una conquista del sindacalismo europeo, per milioni di lavoratrici e lavoratori coinvolti in Europa e per i numerosi CAE presenti in Lombardia.

Nel testo sono state accolte alcune delle richieste di parte sindacale, volte al miglioramento delle procedure di informazione e di funzionamento dei Comitati aziendali europei, in un’ottica di maggiore democraticità e trasparenza.

Per noi rimangono ancora elementi da migliorare, ma possiamo concludere che quella di oggi è un passo in avanti sia per i lavoratori che per le aziende.”