Laboratorio Lombardia: la logistica tra innovazione e cambiamenti
Cinque proposte per lo sviluppo del settore
Dalla Sala del Treno in via San Gregorio a Milano, dove nel 1905 fu proclamato il primo sciopero nazionale dei ferrovieri, la Filt Cgil Milano e Lombardia lancia alcune proposte concrete per lo sviluppo della logistica.
A elencarle Stefano Malorgio, leader della categoria regionale. Si parte da alcuni presupposti. “Dati economici e quantitativi – sostiene Malorgio – ci dicono che il sistema della logistica non è più periferico rispetto alla filiera produttiva, anzi si sono ribaltati i rapporti di forza tra produzione e distribuzione”.
Perchè avere tra le mani un prodotto acquistato qualche ora prima con un’app sul proprio smartphone oppure attraverso il web è una condizione diventata irrinunciabile e determinante per il consumatore nella scelta dei suoi acquisti.
E ancora: “La logistica è un settore centrale per il Paese e nel Paese il peso economico della Lombardia ne fa un nodo determinante. Quanto alla condizione del lavoro, si registrano carenza e asistematicità della normativa che generano spazi di opacità sul piano fiscale e del rapporto di lavoro”.
Posto che la politica, il ministero del Lavoro, la Regione Lombardia devono farsi carico del sistema di regole e della trasparenza del settore, ecco le 5 proposte della FILT Cgil:
1. RESPONSABILITÁ IN SOLIDO DEL COMMITTENTE
a. Problema: Il settore è contraddistinto da anni da un’elevata frantumazione di soggetti che operano con contratti di appalto e subapplato a terze e quarte aziende. Lunghe filiere che producono un’elevata dispersione di risorse economiche a detrimento degli investimenti in innovazione, strumentazione e formazione del Lavoro. Più di un operatore di azienda nel corso degli anni ha informato il sindacato sulle motivazioni per le quali ogni due anni circa una serie di aziende cambiano ragione sociale pur mantenendo lo stesso gruppo dirigente. Un sistema che consente a queste aziende di non pagare l’IVA e i tributi locali producendo così convenienze su tutta la filiera di cui fanno parte. Un problema che condiziona la concorrenza di tutto il settore.
b. Proposta: Reintrodurre la responsabilità in solido sull’IVA e i tributi locali consentirebbe all’erario di incassare celermente quanto dovuto, alle committenze di essere soggetti attivi di verifica e controllo delle filiere.
2. GOVERNO DEL TERRITORIO
a. Problema: Lo sviluppo del settore non ha avuto negli ultimi decenni un piano di governo del proprio sviluppo né da parte delle istituzioni, né per condizioni endemiche al sistema come è stato in altri Paesi europei dove grandi aziende di proprietà pubblica e privata hanno orientato con le propie decisioni gli indirizzi di sviluppo. Tutto questo ha avuto riflessi anche nella dislocazione delle imprese sul territorio. La Pianura Padana è contraddistinta lungo i principali assi di trasporto viabilistico dal susseguersi di aziende di logistica che nel corso degli anni hanno cambiato profondamente il territorio sostituendosi ad intere zone a vocazione agricola e industriale. Si è data così la condizione per la quale chi lavora non può avere accesso ai servizi minimi come i trasporti pubblici oppure servizi di ristorazione. A questo quadro si aggiunga una trasformazione del settore della logisitca che oggi è solo all’inizio e che vedrà l’intero comparto modificare il proprio modello di gestione e distribuzione delle merci passando dai grandi magazzini a logistiche più prossime all’urbano.
b. Proposta: Avviare sotto l’egida di Regione Lombardia nell’ambito della Conferenza dei Comuni la modifica parziale dei Piani di Governo del Territorio introducendo per le Grandi Aree Metropolitane una ricognizione sui centri logistici e la programmazione di intereventi specifici a supporto dei lavoratori e di coordinamento sulla distribuizione delle merci.
3. PER UNA VERA E GENUINA COOPERAZIONE
a. Problema: La frantumazione delle filiere produttive ha visto negli scorsi decenni la nascita di diverse società che hanno scelto la ragione sociale delle cooperative senza condividere alcuno spirito solidaristico o cooperativo. Testimonianza ne sia il c.d. “accumulo di deleghe” che è consentito dalla normativa in essere senza alcun limite ma attraverso questo sistema passa la snaturazione delle società cooperative e la selezione fideistica o coercitiva del personale di cooperativa.
b. Proposta: Introdurre un limite numerico all’accumulo di deleghe per socio.
4. CONTRATTARE IL FUTURO
a. Problema: Il lavoro nella Logistica negli ultimi anni è molto cambiato. Nuove figure professionali caratterizzate da una più alta specializzazione e una maggiore propensione al continuo cambiamento. Digitalizzazione del processo produttivo con crescente automazione e riduzione delle professionalità. In questo contesto le figure professionali dei “trasportatori” (drivers, bykers, runners) hanno visto una valorizzazione della propisa professionalità e un incremento numerico. Se un algoritmo è in grado di determinare tutto, dai tuoi turni di lavoro ai tuoi spostamenti sul territorio è evidente che il lavoratore diventa mero esecutore anche se tale intelligenza “esterna” in realtà accumula una serie di dati che i lavoratori producono (fare un percorso piuttosto che un altro, scegliere un recapito prima di un altro oggi produce una serie di dati che domani possono essere utilizzati per deprofessionalizzare quel lavoro)
b. Proposta: Il sindacato e le rappresentanze datoriali devono avviare nelle aziende Comitati di Sorveglianza specifici che rispondano a due grandi problemi: come dare valore ai dati che oggi i lavoraotri producono e come poter ridefinire gli spazi nel processo produttivo in cui i lavoratori mantengono una propria autonomia.
5. MISURARE LA RAPPRESENTANZA
a. Problema: Il problema della titolarità nella sottoscrizione degli accordi sindacali è questione annosa, conosciuta e irrisolta da tempo. Il Sindacato Confederale e le principali organizzazioni di rappresentanza datoriale hanno sottoscritto nel 2013 e 2014 due accordi propedeutici alla misurazione della rappresentanza e quindi alla determinazione della titolarità nella sottoscrizione degli accordi sindacali di Primo e Socondo Livello. Per diverse ragioni di carattere tecnico e politico l’esigibilità di tutti i soggetti sottoscrittori è ben al dilà da venire.
b. Proposta: Dare seguito al Testo Unico sulla rappresentanza anche a livello di associazioni datoriali con un intervento legislativo specifico, invitando Regione Lombardia a recepire attraverso una specifica normativa regionale l’accordo interconfederale.
Al termine del convegno della Filt Cgil di Milano e della Lombardia sullo sviluppo della logistica, dopo la proiezione di una significativa video inchiesta dal titolo “Merce di scambio” e dopo la relazione del segretario generale della Filt Cgil Lombardia Stefano Malorgio, si e’ svolta una tavola rotonda moderata dalla giornalista del Corriere della Sera Rita Querzé.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti ha sottolineato la complessità di un settore che tiene insieme il massimo dell’innovazione col massimo dello sfruttamento del lavoro. La qualità del lavoro è centrale e non è accettabile il dualismo tra automazione e cancellazione di posti di lavoro. Ha poi ricordato lo sforzo, a suo avviso improduttivo, di aprire un tavolo sulla logistica nel quale però non si è manifestata una volontà positiva di tutti i soggetti.
Oggi siamo in presenza di un nuovo tentativo di confronto da parte del Ministero dello Sviluppo economico e ci vorrà un impegno da parte di tutti i soggetti. Sul tema dell’Ispettorato del lavoro e dei controlli, il ministro Poletti ha detto che la logistica è al primo posto nel piano di intervento del Ministero del Lavoro, ma c’è un problema di destinazione di risorse indispensabili perché l’intervento possa essere efficace.
Il contratto di lavoro va rinnovato, ha detto chiaramente Poletti, con il coinvolgimento pieno di tutti i soggetti. “Sono intenzionato e disponibile a sbloccare la situazione” ha detto, e la sua affermazione ha raccolto il consenso dalla platea.
Sul tema cosiddetto dell’algoritmo, ha infine richiamato l’importanza della contrattazione per mettere a confronto analisi e proposte prima di ogni scelta in merito. Le cose che sono state dette qui, ha concluso il ministro, hanno per me titolo di impegno, e ha richiamato tutti i soggetti ad assumere ciascuno le proprie responsabilità rispetto ad una condizione che non e’ accettabile perché sancisce l’esistenza di un’area di lavoro sottoposta ad arbitrio e a mancanza di diritti.
E’ pensabile, ha poi chiesto Rita Querzè, praticare una strada di autonomia lombarda nella ricerca di un accordo sulla logistica? La risposta e’ stata decisa: no, ha detto Poletti, perché la risposta non può che essere generale. Così come sarebbe importante che una legge nazionale sulla rappresentanza raccogliesse un accordo raggiunto tra le parti.
Mauro Lusetti, presidente nazionale Legacoop, rispondendo a una domanda della moderatrice sulla questione delle cooperative spurie, ha richiamato il discrimine tra legalità e assenza di legalità. Questo problema, ha detto, è “il problema”. Il sistema di sfruttamento che vige nella logistica attraverso le false cooperative che hanno una vita media di un paio di anni per eludere ogni controllo, è quanto di più lontano ci possa essere dallo spirito cooperativo originale e solidaristico. Mettiamoci nella condizione di fare i controlli, facciamo funzionare gli osservatori che laddove sono attivi producono buoni risultati.
I tre segretari generali di Cgil Cisl Uil hanno firmato la legge proposta dalla Legacoop, e questo è motivo di grande soddisfazione. C’è il tema del rispetto delle norme e del contrasto delle illegalità ed e’ importante per noi, ha concluso, il coinvolgimento in questa battaglia della committenza e di chi svolge il lavoro.
Il segretario generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada, concludendo la tavola rotonda ha sottolineato come il tema della rappresentanza non si debba e non si possa trattare a livello regionale, così come quello della legalità. Cgil Cisl Uil hanno voluto mettere in chiaro con le controparti chi sono e chi ha la titolarità di sottoscrivere i contratti, partendo dalla misura della propria rappresentanza.
Quanto alla questione “algoritmi”, forse sarebbe il caso di stabilire che il sistema su cui si costruiscono e si trattano i dati deve essere a disposizione non solo delle imprese. C’è alla radice un tema che attiene alla democrazia e, al netto della riservatezza ii può pensare a uno strumento sopra le parti che consenta di recuperare su questo terreno.
Elena Lattuada ha poi affrontato il rapporto esistente tra cooperative buone e meno buone e il sistema delle regole in generale. Non c’e’ nessuna difficoltà a riconoscere la bontà del valore da cui e’ nata la cooperazione, ma e’ rimasto un po’ nell’ombra il tema che nel momento in cui c’e’ una lunga catena di appalti, c’e’ anche un’azienda madre che porta una grande responsabilità.