La CGIL Lombardia all’assemblea di Bologna: al via la campagna referendaria su lavoro e cittadinanza

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Anche la CGIL Lombardia ha partecipato all’assemblea generale delle delegate e dei delegati della CGIL, svoltasi il 12 e 13 febbraio al PalaDozza di Bologna, dove è stata ufficialmente lanciata la campagna per i referendum su lavoro e cittadinanza.

Nel suo intervento, il segretario generale Maurizio Landini ha sottolineato come il voto sia un atto di cambiamento, in un contesto in cui sempre più persone si allontanano dalle urne. Ha ribadito la necessità di garantire il diritto di voto a fuorisede, lavoratrici e lavoratori, affinché tutte e tutti possano esprimersi sul futuro del Paese. La CGIL chiederà al governo di accorpare la consultazione referendaria alle elezioni amministrative per favorire una maggiore partecipazione e ottimizzare le risorse pubbliche.

La crisi del lavoro e il modello sociale da cambiare

Durante l’assemblea e in un’intervista a Radio Popolare, Landini ha parlato della profonda crisi del lavoro in Italia, evidenziata dal crollo della produzione industriale (-7% a dicembre 2024), che si protrae da quasi due anni. Ha denunciato la mancanza di politiche industriali adeguate, il disinvestimento delle imprese private, la logica degli appalti e subappalti che precarizzano il lavoro e abbassano la qualità della produzione.

“Se un Paese non investe sull’innovazione, sulla qualità del lavoro e sulla dignità delle persone, ma punta su contratti precari e bassi salari, è destinato alla regressione economica”, ha dichiarato Landini.

Ha inoltre sottolineato che la precarietà non è solo un problema individuale, ma una questione collettiva che ha un impatto su tutto il sistema economico. “Noi stiamo chiedendo di cancellare quelle leggi balorde che negli ultimi 20 anni hanno aumentato la precarietà nel nostro Paese”, ha affermato.

Il conflitto sociale come elemento di democrazia

Landini ha anche risposto alle recenti dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che durante l’assemblea della CISL ha parlato di una “visione tossica conflittuale” del sindacato. “Il conflitto sociale non è tossico”, ha ribattuto Landini. “La democrazia esiste proprio perché si riconosce una mediazione tra diversi interessi, e quando questa mediazione viene negata, il conflitto diventa l’unico strumento per far valere i diritti di chi lavora”.

Ha ricordato come la conquista dei diritti sociali e del lavoro sia sempre stata il risultato di lotte collettive, dalle rivendicazioni delle donne per il diritto di voto fino alla difesa dell’Articolo 18. “Noi non vogliamo il conflitto fine a sé stesso, vogliamo accordi, riforme, il miglioramento delle condizioni di chi lavora. Ma quando si nega il confronto e si vuole governare senza ascoltare, allora il conflitto diventa necessario per difendere la democrazia”.

Dove devono andare le risorse economiche

Landini ha criticato l’ipotesi di destinare un eventuale “tesoretto” di bilancio a condoni fiscali o riduzioni IRPEF, affermando che le priorità del Paese dovrebbero essere l’aumento dei salari, delle pensioni e il rafforzamento della sanità pubblica. Ha denunciato un sistema fiscale che favorisce rendite finanziarie e immobiliari, mentre i lavoratori dipendenti e i pensionati continuano a essere i più tassati.

“Abbiamo un’evasione fiscale di 90 miliardi di euro all’anno e un sistema che premia chi non paga le tasse. Invece di fare condoni, quei soldi vanno presi dove sono: dai profitti accumulati da banche e grandi imprese, e investiti nella sanità, nella scuola, nella sicurezza sul lavoro”, ha dichiarato.

Il rischio di una democrazia senza partecipazione

Un altro tema centrale affrontato da Landini è il rischio di un’erosione della democrazia, causata dal crescente astensionismo e dall’aumento delle diseguaglianze sociali. Ha denunciato il modello di società sostenuto da miliardari come quelli che appoggiano Donald Trump, che “arrivano a dichiarare che la democrazia non è più compatibile con la libertà”, intendendo però una libertà basata solo sul profitto e non sulla giustizia sociale.

“La democrazia si difende partecipando e votando. Se si lascia che siano sempre meno persone a decidere, il rischio è che una minoranza governi contro gli interessi della maggioranza”, ha ammonito.

Una sfida contro l’astensionismo

Uno degli ostacoli principali sarà il raggiungimento del quorum, in un contesto di crescente astensione dal voto. Ma la CGIL punta sulla forza dell’organizzazione collettiva: se ogni iscritta e iscritto riuscisse a coinvolgere almeno cinque persone, si potrebbe arrivare a 25 milioni di votanti, portando a un cambiamento reale.

La CGIL Lombardia si unisce a questa mobilitazione nazionale, consapevole che il referendum non è solo una battaglia sindacale, ma una sfida per la democrazia e la giustizia sociale nel nostro Paese.

Verso il 25 aprile: un antifascismo attuale

Infine, Landini ha parlato anche dell’importanza del 25 aprile, sottolineando che non deve essere solo una giornata di memoria, ma un momento per rilanciare i valori della Resistenza e dell’antifascismo nel presente. “Oggi dobbiamo difendere la libertà e la democrazia non solo ricordando il passato, ma lottando contro un modello sociale che vuole mettere il profitto al di sopra dei diritti delle persone”, ha concluso.