Emergenza caldo: chiediamo un’ordinanza per sospendere il lavoro nelle ore più a rischio

Le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL della Lombardia hanno ribadito la necessità di un intervento immediato per tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori esposti al caldo estremo. Durante la riunione della Cabina di Regia e del Comitato di Coordinamento ex art. 7 del D.Lgs. 81/08, tenutasi giovedì 26 giugno, è stata avanzata nuovamente la richiesta di emanare un’ordinanza regionale che sospenda le attività lavorative con esposizione prolungata al sole e con elevato sforzo fisico nella fascia oraria tra le 12:00 e le 16:00, nei giorni e nei territori in cui il portale Worklimate segnala un livello di rischio “ALTO”.
Una misura che, secondo CGIL, CISL e UIL, risponde a un’emergenza concreta e crescente, che richiede strumenti efficaci e immediati a tutela della salute pubblica e della sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto per lavoratrici e lavoratori autonomi o impiegati in contesti aziendali che non adottano adeguati modelli organizzativi di prevenzione.
Nonostante le sollecitazioni sindacali, le altre componenti della Cabina di Regia — comprese le Organizzazioni Datoriali e le ATS — non hanno condiviso la proposta. Le ATS hanno richiamato l’attenzione su altri strumenti di contrasto all’emergenza caldo, come i piani mirati di prevenzione, la vigilanza, le linee guida nazionali e la corretta valutazione del rischio.
Le Organizzazioni Sindacali riconoscono l’importanza di questi strumenti, che rappresentano un pilastro della prevenzione e della promozione della sicurezza sul lavoro. Tuttavia, sottolineano come l’adozione di un’ordinanza regionale possa integrarsi efficacemente con le misure già previste, offrendo una risposta concreta e tempestiva in presenza di condizioni climatiche estreme.
«La formazione, la consegna dei DPI e la valutazione dei rischi sono essenziali, ma non sempre sufficienti. L’ordinanza rappresenta uno strumento aggiuntivo indispensabile, con effetto immediato, che può fare la differenza soprattutto nei settori più esposti e meno tutelati», dichiara Giulio Fossati, segretario CGIL Lombardia.
I sindacati ribadiscono infine l’appello all’Assessore Guido Bertolaso affinché segua l’esempio di altre Regioni italiane — come Campania, Lazio, Umbria, Sicilia, Calabria, Puglia e Toscana — che hanno già adottato ordinanze specifiche per proteggere lavoratrici e lavoratori dal rischio di colpi di calore e stress termico.