Coronavirus, Fai, Flai, Uila Lombardia: garantire sicurezza nel settore alimentare, servizio indispensabile

in UFFICIO STAMPA

 

 

Nella comprensibile e crescente preoccupazione sulla complessa situazione sanitaria che sta attraversando la Lombardia e in generale il Paese, in questi giorni CGIL-CISL-UIL hanno sostenuto PRIMA LA SALUTE e riteniamo che anche oggi, in presenza dell’ultimo DPCM, questa sia l’assoluta priorità.

Il settore primario e della trasformazione alimentare sono stati considerati tra le attività indispensabili, ma tenuto conto dell’emergenza, FAI-FLAI-UILA chiedono il rispetto rigido delle norme igienico- sanitarie e di protezione, anche finalizzate al rallentamento e alla sospensione delle attività dei reparti e delle produzioni che risultano con tutta evidenza non di utilità pubblica e non indispensabili alla produzione inquestafasediemergenza.

Quindi, come previsto all’art.1 punto 7 lett. d, del DPCM 11marzo2020 vanno definiti “protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale”.

FAI-FLAI-UILA della Lombardia considerano che il richiamo alla responsabilità civica di ogni lavoratore del settore agro-alimentare impegnato nelle attività indispensabili non può comunque prescindere dall’assoluta garanzia di prevenzione sanitaria, così come avviene per gli operatori sanitari.

Pertanto, dove non si è ancora provveduto, vanno attivate con le nostre rappresentanze aziendali e territoriali immediati confronti sindacali con le direzioni aziendali, RSPP e medico competente al fine di trovare modalità operative e organizzative che devono rispondere in maniera certa ed esaustiva a una duplice esigenza:

1) rispetto rigido delle misure del DPCM, priorità a modalità di lavoro in smart-working e dove oggettivamente non possibile, modalità organizzative che evitino assembramenti nei locali aziendali, quindi: sospensione delle attività non indispensabili; riduzione e rotazione delle altre attività lavorative; continua e adeguata sanificazione degli ambienti maggiormente frequentati; DPI individuali (mascherine FPP3, occhiali e guanti di lattice) in particolare per gli operatori di front office ma possibilmente per tutti e comunque dove è prescritto dalla normativa; possibilità di volontario controllo delle condizioni fisiche: vedi temperatura corporea. Se non venissero rispettate queste misure metteremo in campo tutte le azioni di autotutela previste dalla normativa in materia di Salute e Sicurezza, anche con l’astensione dal lavoro, e la segnalazione puntuale e decisa alle ATS di tutte le mancanze che verranno riscontrate nelle realtà produttive e negli ambiti lavorativi.

2) Fermo restando il rispetto delle priorità in materia di tutela della salute, e in attesa di ulteriori norme in materia di congedi parentali, vanno altresì assicurate modalità organizzative che garantiscano un’adeguata conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, visto la chiusura delle scuole e l’esigenza di accudimento dei figli ma anche di genitori anziani.

Ribadiamo, che affrontare in maniera seria e immediata le questioni della TUTELA DELLA VITA E DELLA SALUTE degli operai, impiegati, lavoratori e lavoratrici rappresentano un grande atto di responsabilità collettiva, sono i principi a cui ispirarsi per rilanciare un’idea di Paese e di comunità civile.C