Contratti. Sciopero generale settore telecomunicazioni: a Milano manifestazione regionale

in UFFICIO STAMPA

Rassegna.it

Sciopero generale di otto ore dei 120 mila lavoratori delle telecomunicazioni. Manifestazioni e cortei in tutta Italia. I sindacati registrano le “grandi distanze” fra le parti e denunciano “l’atteggiamento arrogante di Asstel, ma soprattutto di Tim”

Sciopero generale di otto ore mercoledì 1 gennaio dei 120 mila lavoratori delle telecomunicazioni. Lo hanno indetto il 16 gennaio scorso le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, a sostegno del rinnovo del contratto nazionale, scaduto da due anni. Si registrano “grandi distanze – spiegano – sui temi della normativa, degli orari di lavoro, del part‐time, delle flessibilità, della classificazione professionale”. I sindacati sono anche nettamente contrari “alle proposte avanzate da Asstel sul superamento degli automatismi (scatti di anzianità) e sull’introduzione di soglie di accesso per il pagamento dell’Elemento di garanzia”.

Tanti gli appuntamenti in tutta Italia. Corteo per le strade di Bologna, con concentramento in piazza di Porta Castiglione alle ore 9.30, mentre a Napoli la dimostrazione parte alle ore 9 da piazza Mancini per concludersi in piazza dei Martiri. A Milano si tiene la manifestazione regionale di tutti i lavoratori della Lombardia: l’appuntamento è alle ore 9.30 in largo Cairoli, il corteo (dopo aver attraversato il centro cittadino) si chiude davanti alla sede Rai di corso Sempione. A Roma sit-in dalle ore 8 alle 14 in piazza della Repubblica, mentre a Potenza è previsto alle ore 9.30 un presidio davanti alle sede di Confidustria (in via Perugia). Manifestazione regionale dei lavoratori e delle lavoratrici del Piemonte a Torino: corteo da Porta Susa (ore 9.30) e arrivo davanti alla sede dell’Unione Industriali. In Calabria sono tre i presidi, tutti a partire dalle ore 10: a Cosenza e a Reggio Calabria sotto le sedi provinciali di Confindustria, a Catanzaro davanti la sede regionale.

Due gli appuntamenti in Liguria: alla Spezia presidio sotto la Prefettura dalle ore 10 alle 12, mentre a Genova manifestazione sotto la sede della Confindustria (in via San Vincenzo) a partire dalle ore 9. A Siracusa sit-in di protesta dalle ore 9 ore 13 davanti la sede di Confindustria (in viale Scala Greca 282). I lavoratori della Puglia si trovano a Bari: la partenza del corteo è alle ore 9.30 da piazza Castello, la conclusione è in piazza Prefettura (dove sono previsti gli incontri istituzionali). Manifestazione regionale dei lavoratori veneti a Padova: il corteo sfila da piazzale della Stazione (ore 9.30) a piazza Garibaldi. Corteo anche a Catania, con partenza da piazza Michelangelo alle ore 9.30 e conclusione davanti la sede di Confindustria (in viale Vittorio Veneto 109). I lavoratori di Toscana e Umbria si ritrovano a Firenze: concentramento alle ore 9,30 in piazza Santa Maria Novella, corteo per le strade cittadine e conclusione in piazza San Lorenzo.

Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil rimarcano che le “grandi vertenze che si stanno susseguendo nel settore vedono mettere a rischio migliaia di posti di lavoro sia nel comparto di customer care sia in quello della rete, così come la dispersione di professionalità fondamentali per l’innovazione e lo sviluppo del paese”. E citano l’esempio di Tim, che ha disdettato gli accordi aziendali finora esistenti. “Siamo quindi di fronte – spiega la nota – a una politica di messa in discussione, nei fatti, del Ccnl e al contempo della contrattazione aziendale”.

I sindacati ricordano che “un rinnovo di contratto per un settore che è il perno dell’innovazione del paese deve basarsi su adeguate basi economiche, su un sistema bilaterale della formazione in grado di sostenere l’occupabilità e la rioccupabilità all’interno del comparto, su un sistema di welfare avanzato”. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, in conclusione, stigmatizzano “l’atteggiamento arrogante e prepotente di Asstel, ma soprattutto di Tim, che forzatamente ha preteso di ribaltare sul tavolo del settore delle telecomunicazioni tutte le politiche distruttive di riduzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che questo nuovo management sta portando avanti con ancor più vergognosa virulenza”.