Il confronto con il governo sulla previdenza, tra fase 1 e fase 2
I quadri e gli attivisti della Cgil della Lombardia ne discutono il 30 maggio alla Camera del Lavoro di Milano con Roberto Ghiselli della segreteria nazionale Cgil
La previdenza pubblica è uno dei pilastri con cui il nostro sistema di welfare consolida uno scambio fra il lavoro, le imprese e lo Stato e realizza un patto di solidarietà fra le generazioni.
Il sistema previdenziale è però ormai da oltre trent’anni l’ambito ricorrente di riforme orientate al controllo delle dinamiche della spesa e al bilanciamento rispetto ai mutamenti nelle dinamiche demografiche.
L’ultima riforma, quella realizzata dalla norma Monti-Fornero nel dicembre del 2011, rappresenta per le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati italiani una ferita ancora non ricomposta: non solo ha continuamente richiesto negli ultimi sei anni interventi per contenerne gli effetti socialmente più ingiusti, come testimoniano le otto salvaguardie per affrontare la condizione degli esodati, ma rappresenta un obiettivo di cambiamento che il sindacato confederale intende perseguire per affrontare le iniquità e le distorsioni dell’attuale sistema.
Lo scorso settembre Cgil Cisl Uil hanno sottoscritto con il Governo un Verbale di Sintesi che per la prima volta da molti anni contiene elementi restitutivi. Tra questi citiamo gli interventi a sostegno dei redditi da pensione medio-bassi, l’eliminazione della penalizzazione prima dei 62 anni, la possibilità del cumulo gratuito, gli elementi di flessibilità in uscita per alcune tipologie di lavoratrici e lavoratori precoci e la sperimentazione dell’APE sociale.
Il confronto ci ha consentito inoltre di individuare alcuni elementi di riforma non più rinviabile del sistema contributivo, come la garanzia per le carriere discontinue, la revisione del concetto indifferenziato di speranza di vita, la flessibilità in uscita nel sistema interamene contributivo e la diffusione della previdenza complementare.
Senza questi interventi il sistema pensionistico prefigura uno scenario di prestazioni insufficienti: il sistema previdenziale contributivo puro, infatti, non è compatibile con l’attuale mercato del lavoro, sempre più discontinuo.
Il confronto con il Governo in questi mesi è continuato (Fase 1) per rendere operative le misure concordate, ma il rallentamento della fase attuativa è evidente e la traduzione di alcune misure lascia comunque aperte situazioni problematiche per alcuni settori: edilizia e appalti scolastici sono solo due esempi.
Altrettanto problematico è l’avvio della Fase 2, su cui pure sono riposte le aspettative di modifica di un sistema previdenziale che non parla ai più giovani.
Di questo confronto con il Governo parleremo martedì 30 maggio, dalle 9,30 alle 14 presso la Camera del Lavoro Metropolitana di Milano con Roberto Ghiselli che rappresenta la Segreteria nazionale della Cgil nel negoziato e con quadri, delegati e pensionati lombardi. L’attivo sarà aperto da una relazione di Valentina Cappelletti della segreteria della Cgil Lombardia.