Conclusa la prima giornata del XII Congresso della Cgil Lombardia. La relazione di Elena Lattuada e i saluti degli ospiti
Il XII Congresso regionale della CGIL Lombardia è formalmente aperto. 617 delegate e delegati in rappresentanza di 852.821 iscritte e iscritti. 11.261 le assemblee. Ad aprire le assise una figura di grande prestigio: Antonio Pizzinato. E dalla platea si è alzato per lui un grande, prolungato, affettuoso applauso. Poi, prima dell’elezione della presidenza congressuale e della relazione introduttiva di Elena Lattuada, due attori, Elisabetta Vergani e Lorenzo Frediani hanno letto brani della Costituzione e pensieri di donne e uomini di grande valore sulla libertá, la democrazia e la giustizia.
Tra le tante questioni affrontate dal segretario generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada nella relazione introduttiva ha scelto di dare risalto innanzitutto al tema dell’integrazione: “Il modello proposto da Mimmo Lucano a Riace ci convince e ci appartiene. Per questo siamo a fianco dei bambini e dei genitori che a Lodi rivendicano integrazione e diritti uguali per tutti e tutte”.
“Non ci appartiene il modello disegnato dal decreto sicurezza, che fa propri i respingimenti e la segregazione senza essere davvero uno strumento per la gestione dei flussi”. Parlando poi del tema innovazione, Lattuada ha sottolineato che non si può e non si deve fermare, ma ricordiamoci, ha detto, che non è un fatto neutro. Può cancellare il ruolo e la necessità del lavoro umano e della sua intelligenza; un ruolo che la contrattazione invece riconosce.
Il ruolo della contrattazione è infatti proprio riconoscere il lavoro umano, trattamenti economici e normativi, tempi, professionalità, ma anche quello di rendere noti, per democratizzarli, i dati e la ricchezza che la loro gestione produce per il mercato.
“Le associazioni datoriali, con Cgil Cisl Uil regionali discutano le modalità con cui determinare accordi e priorità di intervento. Per noi sono: legalitá e trasparenza negli appalti, lavoro stabile e sicuro, welfare e investimenti per sviluppo. Serve un protocollo regionale che dia certezze e trasparenza nelle gare d’appalto, di legalità contro qualsiasi forma di infiltrazione mafiosa presente nella nostra regione e al contrasto della quale è necessario porre attenzione e rigore. Al Presidente della Regione Attilio Fontana e alla Giunta chiediamo un salto di qualità nelle relazioni col sindacato confederale. Sui tanti temi oggetto del nostro confronto abbiamo proposte unitarie su cui chiediamo un negoziato strutturato”.
“In Lombardia il sistema produttivo è robusto, diffuso, abbiamo medie, piccole e piccolissime imprese anche ad alta specialità, intrecciate a filiere e mercati internazionali, ma quasi mai siamo a capo di queste filiere, perché gli investimenti sono diretti ad acquistare tecnologia altrove”.
“Le donne hanno bassa remunerazione, anche dettata dalla diffusione del part-time involontario e del lavoro povero. Il reddito medio nel 2017, a livello nazionale, risulta di 28.763 euro per i maschi e di 19.881 euro per le femmine”.
Sull’autonomia differenziata, il negoziato avviato col Governo ci preoccupa perché porta con sé un forte rischio di disgregazione e ulteriore allargamento delle fratture. In fondo, legittima l’idea di chi pensa che “facciamo meglio da soli”. Il nostro giudizio è contrario sia nel merito del negoziato che nel metodo, che ha reso puramente formale il confronto con le parti sociali. Ciò non toglie che chiediamo di essere coinvolti nella valutazione dei risultati. Sulla sanità lombarda, per Lattuada urge rafforzare le cure intermedie e i servizi territoriali, anche con punti unici di accesso al sistema; occorre intervenire per la riduzione dei tempi di attesa, fattore critico che spesso induce a rivolgersi al privato, pagando costi troppo alti. Sul tema della marginalità, grandi sono i numeri anche in Lombardia: se le famiglie in povertà relativa nel 2002 erano il 2,9%, nel 2017 sono diventate il 5,5%. Serve un piano regionale di contrasto alla povertà che potenzi opportunità di scolarità e lavoro. “Impugneremo in tribunale”, ha poi sottolineato Elena Lattuada, “qualsiasi atto discriminatorio”.
La Cgil Lombardia è attrezzata come osservatorio contro le discriminazioni col supporto di tutte le strutture. Per le infrastrutture servono investimenti nelle grandi e piccole opere. Scelte che riguardano il trasporto pubblico devono essere orientate allo spostamento dalla rete su gomma al ferro, potenziando servizi di trasporto collettivo e delle merci.
Nella legge di bilancio i 22 miliardi di spesa previsti vanno finalizzati a politiche per il lavoro di qualità, per contrastare il divario nord/sud, per le infrastrutture materiali e sociali, l’istruzione e il sapere, la cura del territorio, le politiche industriali. Sottolineando la platea ristretta di Quota 100 limitata a una parte del mondo del lavoro concentrata al nord, maschile, alle soglie del pensionamento, ne ha riconosciuto l’utilità, sottolinenando peró che non risolve i nodi che le tante leggi previdenziali di questi anni ci hanno consegnato.
Nella parte dedicata ai problemi internazionali della sua relazione, Elena Lattuada ha sottolineato come l’Ue debba cambiare governance economica. Cambiare per rafforzare la rappresentanza e ruolo di mediatore internazionale dei conflitti, per essere luogo di convivenza, libera circolazione delle persone nel rispetto dei diritti-doveri di ognuno. Andando piu verso la conclusione del suo intervento si è rivolta di più all Cgil: siamo tutti noi quelli e quelle che non hanno risparmiato energie, coraggio, intelligenza per difendere il modello di sindacato confederale che vuole cambiare e trasformare la realtà economica, produttiva, sociale della regione e del paese.
“Per concludere”, ha poi detto Elena Lattuada, “non posso esimermi, in questo caso come dirigente di questa organizzazione, dell’affrontare il tema del prossimo cambio del Segretario Generale della CGIL”.
“Lo voglio fare con chiarezza assumendomi, in prima persona e senza con questo implicare le legittime opinioni di altri dirigenti, la responsabilità di dire come la penso. Lo voglio fare davanti a questo Congresso. L’ultimo Comitato Direttivo della CGIL ha votato quasi all’unanimità un ordine del giorno che esplicita la titolarità di una candidatura, avanzata dalla maggioranza della Segreteria Nazionale, e la legittima possibilità che nel percorso congressuale delle prossime settimane si avanzino altre candidature. Anche questo è un grande pregio della nostra organizzazione, è un fatto democratico, che nella chiarezza delle opzioni in campo – non di natura politica tenuto conto che tutti si rifanno al documento “Il lavoro è”- si misura anche con candidati diversi.
Esplicitare candidature per trovare sintesi unitarie.
Per quel che mi riguarda condivido la proposta avanzata dalla maggioranza della Segreteria Nazionale di indicare Maurizio Landini a Segretario Generale della CGIL.
Sono state tante le ragioni politiche che mi hanno diviso in passato dalle posizioni di Maurizio; oggi credo che quelle distanze siano venute meno in ragione non solo del percorso unitario in CGIL degli ultimi anni, per la condivisione piena del progetto politico, ma anche per quello che la sua figura può rappresentare verso i molti che guardano a noi con attenzione e aspettative”.
“Certo però che la CGIL non è fatta solo del Segretario Generale. C’è un NOI che non può venire meno: voglio ringraziare Susanna Camusso che in questi otto difficili anni della sua gestione ha sempre anteposto il noi all’io. Che ha sempre scelto –e lo so anche per esperienza personale- prima di tutto l’unità della CGIL e la rappresentanza plurale, prima di tutto quella tra donne e uomini.
Questo NOI è il messaggio più forte che voglio lanciare al nuovo Segretario Generale che verrà eletto. Questa è la grande forza che non può essere indebolita. Per quel che mi riguarda, se sarò confermata nel ruolo di Segretario Generale di questa struttura, dichiaro che pur avendo esplicitato una preferenza, lavorerò per una ricomposizione unitaria della CGIL, che tenga conto delle pluralità di esperienze ed opinioni e che il nuovo Segretario Generale della CGIL, che sarà votato a gennaio dalla nuova Assemblea Generale, chiunque sia, sarà il mio e nostro Segretario generale”.
Hanno poi portato il loro saluto il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha detto: “La mia stella polare da Sindaco di Milano è il lavoro e molte delle mie decisioni sono guidate dalla sua tutela e dalla creazione di nuove opportunità. È necessario far sentire la nostra voce sul tema lavoro e deve essere una voce forte e unita. Ragioniamo insieme sul nostro futuro, confrontandoci sulle idee. Si va verso politiche del lavoro con ricette discutibili, su cui non tutti siamo così d’accordo”, e i segretari generali della Cisl Lombardia Ugo Duci e della Uil di Milano e della Lombardia Danilo Margaritella che hanno sottolineato il valore dell’unità sindacale, valore saldo in Lombardia.