Case Popolari, centinaia di inquilini al Pirellone contro il Progetto di Legge Regionale. Raccolte 12mila firme per chiedere modifiche alla riforma.
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“Vogliamo una riforma che rilanci l’edilizia pubblica”
Il 21 giugno manifestazione in regione a sostegno delle richieste di modifica.
Centinaia di inquilini e cittadini hanno manifestato questo pomeriggio davanti al Pirellone, per chiedere modifiche alla proposta di legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica. A sostegno della mobilitazione, i sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat, Unione inquilini, Conia, con Cgil, Cisl e Uil regionali, hanno promosso una petizione popolare che in soli tre mesi ha raccolto quasi 12mila firme, oggi consegnate al presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo. Migliaia di inquilini e cittadini lombardi con la sottoscrizione della petizione, e altre decine di migliaia nei caseggiati e fuori dalle graduatorie, chiedono più case popolari, investimenti duraturi e una riforma che tuteli i diritti delle persone ad avere un affitto sopportabile in abitazioni dignitose, e metta Comuni e Aler in grado di affrontare l’emergenza casa.
Molte sono le preoccupazioni dei sindacati sul nuovo assetto che potrebbe profilarsi in relazione alle soluzioni proposte nel PdL n. 273 , sia con riferimento alla missione e al modello di servizio del patrimonio abitativo pubblico, sia rispetto ai rischi sociali collegati a una carente o sbagliata politica di contrasto all’emergenza casa e alla deprivazione abitativa, nonché ad un’assente politica di investimenti in grado di rilanciare il settore, che fa da sfondo a una indefinita chiamata in campo di operatori privati.
Secondo i sindacati, nel testo all’esame del Consiglio manca un impegno strutturale sul finanziamento dell’edilizia pubblica. La misura solidaristica per compensare i gestori dei mancati ricavi per morosità incolpevole è insufficiente, mentre i finanziamenti previsti per i programmi di recupero degli immobili ─ comprese le poche risorse stanziate dallo Stato e trasferite con la legge 80/2014 ─ sono le stesse risorse trovate nel precedente assestamento di bilancio di Regione Lombardia e non hanno una valenza strutturale o aggiuntiva. Non solo: la riforma propone una disciplina degli accessi discriminatoria verso i poveri e i migranti, con limitazioni per quote d’ingresso e con meccanismi opachi di assegnazione degli alloggi, nonché un meccanismo sulla decadenza che produrrà confusione e disorientamento, soprattutto tra quella fascia sociale che con il contributo GESCAL ha contribuito alla costruzione degli alloggi popolari e che oggi vive la crisi economica più di altri (pensionati, monoreddito).
Su queste questioni i sindacati confederali regionali e i sindacati degli inquilini continueranno il dialogo con i cittadini e la mobilitazione dando gia’ appuntamento a martedi’ 21 giugno per una manifestazione regionale a Milano.
Milano 26 maggio 2016