Bloccati quota parte dei frontalieri per sanare i debiti sottratti alle comunità locali, un’azione ingiustificata

in UFFICIO STAMPA

 

 

 

La recente scelta da parte del Consiglio di Stato ticinese, all’unanimità delle forze politiche, di trattenere 3,8 degli 84 milioni di franchi dai ristorni dei frontalieri (calcolati come il 38.8% delle tasse versate alla fonte nelle retribuzioni svizzere dai nostri 74.000 connazionali), per ripianare il debito per prestazioni e servizi per le note vicende di Campione d’Italia a beneficio di Enti pubblici e non cantonali, è sorprendente. Per questa via, sostiene la CGIL, si legittima l’uso improprio di un fondo destinato ai 361 Comuni e Province della fascia di frontiera a beneficio degli investimenti, vitali per molte di quelle comunità.

Sorprendono in proposito le timide reazioni della politica lombarda che perlopiù evoca lo scampato pericolo del blocco totale dei ristorni come invece richiesto dalla lega ticinese, confermando che la posta in gioco va ben oltre la querelle di Campione.

“Non è difficile – sostiene Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei lavoratori frontalieri – vedere ancora una volta nell’azione del Parlamento Ticinese l’ennesimo esplicito segnale d’insofferenza rispetto al contenzioso sulla questione fiscale tra Italia e Svizzera sul lavoro di frontiera che, a tre anni dall’accordo parafato tra le delegazioni, non ha trovato ancora soluzione”.

“Mentre a Bellinzona si media sulle intemperanze leghiste – continua Augurusa – è cominciata nelle scorse settimana una consultazione sottotraccia (e sottotono), dove sono apparse chiare le posizioni elvetiche dei Cantoni di confine, chiare quelle delle sei organizzazioni sindacali che in un articolato documento hanno espresso tutte le loro riserve sul testo del 2015 e contestualmente le loro proposte future, chiara la posizione dei Comuni e delle Province di Confine che temono di non disporre in futuro dei ristorni. Meno chiara, anzi del tutto oscura la posizione del Governo italiano che continua a non dire che cosa vuole fare in merito, legittimando di fatto le sbagliate speculazioni sul fondo dei frontalieri italiani da parte svizzera.

La CGIL chiede che il Governo giallo verde chiarisca qual è la sua posizione sull’ipotesi di modifica dell’accordo fiscale.

 

Milano, 27 giugno 2019