Assemblea Belle Ciao: i referendum in chiave di genere

in Politiche di genere, Referendum Popolari 2025

 

 

Si è tenuta sabato 24 febbraio alla Camera del Lavoro Metropolitana di Milano l’importante assemblea Belle Ciao, organizzata da CGIL Lombardia in occasione degli 80 anni dalla conquista del diritto al voto delle donne.

L’incontro ha rappresentato un’occasione significativa per affrontare, attraverso testimonianze e interventi, i temi legati ai cinque quesiti referendari proposti dalla CGIL, letti in chiave di genere per sottolineare come le donne siano spesso doppiamente vittime di un sistema profondamente ingiusto che vogliamo cambiare radicalmente.

Nel dettaglio, il primo quesito chiede di abrogare le norme che impediscono il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi per chi è stato assunto dopo il 7 marzo 2015. Votare “Sì” significa restituire dignità e diritti a lavoratrici e lavoratori, in un contesto lombardo dove l’occupazione femminile è inferiore alla media europea, e caratterizzata da segregazione orizzontale e verticale, con impieghi precari e retribuzioni inferiori.

Il secondo quesito mira ad aumentare le tutele per chi lavora in piccole imprese (meno di 15 dipendenti), oggi soggetto a indennizzi inadeguati in caso di licenziamento illegittimo. Anche in questo caso, le donne risultano maggiormente esposte, occupando settori fragili e a rischio di perdita del posto.

Il terzo quesito riguarda la necessità di indicare sempre una causale nei contratti a termine per evitare il ricorso indiscriminato al precariato, una realtà che colpisce duramente le donne lombarde, per le quali è ancora più difficile ottenere stabilità lavorativa.

Il quarto quesito propone l’estensione della responsabilità solidale delle imprese committenti in caso di infortuni sul lavoro negli appalti, rafforzando così le condizioni di sicurezza. Un tema cruciale per le lavoratrici, statisticamente più esposte a malattie professionali e spesso meno tutelate.

Il quinto quesito, infine, punta a ridurre da 10 a 5 anni il requisito di residenza per ottenere la cittadinanza italiana. Questa misura riguarda direttamente le numerose donne straniere residenti in Lombardia, spesso impiegate nei lavori di cura, il cui ruolo è fondamentale per la nostra società.

Maria Grazia Gabrielli, Segretaria Nazionale della CGIL, intervenuta all’assemblea ha sottolineando l’importanza di questa campagna referendaria per costruire un mondo del lavoro più giusto, inclusivo ed equo, che parta proprio dal riconoscimento e dal rispetto dei diritti delle donne.

 

Il voto è la nostra rivolta!