ANPI, CGIL Milano, CGIL Lombardia insieme per dire no all’attacco all’unitarietà dei diritti e l’ampliamento dei divari sociali e territoriali nel Paese

in UFFICIO STAMPA

No all’autonomia disuguagliante.

Sì a rigenerare le istituzioni e i rapporti tra Stato e Autonomie locali attuando la Costituzione

L’incontro di Milano del 12 aprile 2023 presso la Camera del Lavoro è stato promosso da ANPI, CGIL Milano e CGIL Lombardia per avviare un confronto e un cammino di iniziative e relazioni con le rappresentanze e le formazioni sociali della società lombarda che ha come obiettivo primario affrontare il rapporto tra l’attuazione dell’autonomia differenziata regionale nelle condizioni attuali del Paese e il bisogno urgente di politiche pubbliche fondate su principi di giustizia sociale e solidarietà.

Il richiamo a questi due principi costituzionali è per noi fondante, in quanto a più di vent’anni dalla Riforma del Titolo V. della Costituzione e l’introduzione dell’autonomia differenziata regionale, il disegno di legge di attuazione dell’art. 116 comma 3 Cost. promosso dal Ministro R. Calderoli a nostro parere rappresenta un pericolo concreto per la tenuta istituzionale e sociale del Paese, in particolare per l’estensione delle richieste regionali a tutte le 23 materie previste all’art. 117 Cost. senza salvaguardia di quelle che incidono sui diritti fondamentali (salute, istruzione, ecc.) e per la sottrazione al Parlamento di poteri e trasparenza delle decisioni, ecc.

Nell’attuale fase di crisi sociale, in presenza di un aumento delle povertà e delle disuguaglianze esasperate dall’inflazione, dalla crisi energetica e dall’economia di guerra, “questa” autonomia differenziata costruisce le premesse di una lesione irreversibile della coesione sociale nel Paese e della stessa Costituzione, dei principi e dei diritti fondamentali di cittadinanza, ossia della sua stessa tenuta e possibilità di attuazione. E ciò è vero in Lombardia come al Sud, perché l’autonomia differenziata non è una questione riguardante una singola Regione, ma una facoltà che incide sul complesso delle relazioni tra Stato e Autonomie locali, sui diritti di tutti e delle future generazioni, sul ruolo dello Stato e l’unità della Repubblica: anche per questi motivi, quella che abbiamo di fronte è un’autonomia disuguagliante, opposta alla speranza di un orizzonte di giustizia sociale, eguaglianza e solidarietà e di politiche ispirate a tali principi e azioni.

Ci opponiamo a quest’autonomia perché non crediamo alla possibilità di “un’autonomia ben temperata” in grado di distribuire opportunità a tutti e come tale divulgata dal Ministro Calderoli, dagli esponenti delle Destre e del governo regionale lombardo, proprio in quanto queste stesse figure compiono invece scelte inique di politica fiscale e di divisione sociale (riduzione della spesa pubblica per la sanità, del reddito di cittadinanza, delle pensioni, ecc.). E non possiamo neppure tacere sulle lacune e le criticità aperte dalla Riforma del Titolo V. della Costituzione del 2001, così come sulla presunzione che possa esserci una qualche forma di autonomia differenziata “migliore” perché messa in campo da governi regionali di centro-sinistra: nelle condizioni date e nel tempo che il Paese attraversa l’autonomia differenziata è una risposta illusoria, difensiva e regressiva a problemi reali, di natura economica, politica e sociale e come tali, essi esigono risposte e assunzioni di responsabilità a diversi livelli nel Paese.

ANPI, CGIL Milano e CGIL Lombardia ritengono che non ci sia altro modo per costruire risposte a tali problemi che chiamare le nostre Organizzazioni, le Associazioni di cittadinanza attiva e le persone a mobilitarsi sia sul piano culturale sia quello civile per:

  • rigenerare, aggiornare e integrare le funzioni delle Autonomie locali tutte (Regioni incluse) e il loro rapporto con il livello centrale, affrontando le criticità, sinora inevase nonostante diverse pronunce della Corte Costituzionale, della legislazione concorrente e la necessità di garantire l’unità e l’interesse nazionale nelle politiche pubbliche che incidono sui diritti fondamentali;
  • mobilitarsi subito per la salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale e dell’istruzione pubblica come quegli spazi e servizi in cui i diritti essenziali definiti in Costituzione devono essere sottratti alla frammentazione e impoverimento ulteriore insito nell’attuazione dell’autonomia differenziata.

Le nostre Organizzazioni oggi invitano le Associazioni, i rappresentanti nelle Assemblee elettive e la cittadinanza a unirsi a questo appello, partecipare a iniziative di conoscenza e sensibilizzazione sul processo di attuazione dell’autonomia disuguagliante per costruire una mobilitazione che riguardi una rinnovata concezione del regionalismo e contrasti l’impatto prevedibile di “questa” autonomia differenziata sulle condizioni dei cittadini nella realtà regionale lombarda e nei rapporti tra Stato e Autonomie locali e, in particolare, i Comuni.