Camminando per la pace: anche CGIL Lombardia alla Marcia Perugia-Assisi 2025
Domenica 12 ottobre 2025 è stata una giornata significativa per chi crede nel valore della pace, della fraternità e della giustizia sociale. In occasione della Marcia Perugia-Assisi della Pace e della Fraternità, con slogan “Imagine all the people”, anche la CGIL Lombardia è ha percorso i circa 24 km che separano Perugia da Assisi.
Una presenza consapevole
L’adesione della CGIL a questa Marcia era stata sancita dall’Assemblea generale nazionale, che ha condiviso totalmente la piattaforma della Perugia-Assisi. I temi cruciali per noi restano: il contrasto alla guerra e alle disuguaglianze, e la difesa dei diritti umani e della cura del bene comune.
Durante il cammino, si respirava un’atmosfera di partecipazione collettiva: bandiere della pace, striscioni, slogan che spesso richiamavano non solo la fine dei conflitti ma anche la necessità di un mondo più equo. Le motivazioni della Marcia includevano il richiamo all’impegno contro il riarmo, contro le disuguaglianze e contro le vulnerabilità ambientali e sociali.
Dagli interventi dal palco: appelli, testimonianze, voci palestinesi
La manifestazione “Fermate il genocidio a Gaza!” che si è tenuta sulla Rocca ha visto susseguirsi vari interventi di rilievo. Dal palco Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati, ha posto interrogativi precisi: “Dove sono i palestinesi nel piano di pace Trump-Netanyahu?”. A sua volta, Maher Nicola Canawati, sindaco di Betlemme, ha preso la parola già dalla partenza della Marcia con un appello: “La Palestina vi sta aspettando”.
Durante gli interventi politici, è emerso un tema forte e ricorrente: la questione palestinese non è un “tema periferico”, ma fulcro del significato della Marcia 2025. Elly Schlein, segretaria del PD, ha rivendicato il pieno riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell’occupazione illegale della Cisgiordania come condizioni imprescindibili per una pace autentica. Anche Nicola Fratoianni ha ribadito che “la pace ha bisogno dei palestinesi”. Altri attori, come Greenpeace, hanno contribuito con gesti simbolici: uno striscione da 120 metri con la scritta “Fermiamo il genocidio a Gaza” è stato srotolato sulle mura.
L’attenzione posta al genocidio palestinese ha reso la Marcia 2025 non solo una mobilitazione contro tutte le guerre, ma una protesta focalizzata sulla questione più urgente e che ha risvegliato una reazione molto forte in tutta l’opinione pubblica internazionale. In questo contesto si è posto l’accento sul rispetto della giustizia internazionale, sui diritti umani, sull’importanza che i palestinesi non siano oggetto, ma soggetto del processo di pace. La Marcia ha ribadito le richieste di riconoscimento del diritto dei palestinesi a uno Stato, l’interruzione dell’occupazione, l’apertura degli aiuti umanitari sono state poste come condizioni morali e politiche.
Un’immagine collettiva che parla
Le stime ufficiali degli organizzatori parlano di oltre 200.000 persone in marcia, un numero che non si vedeva dal 2001. La partecipazione è stata eterogenea: associazioni, movimenti, sindacati (tra cui la CGIL con il segretario nazionale Landini), amministrazioni locali e cittadini comuni hanno sfilato insieme. Diversi leader politici nazionali erano presenti fianco a fianco con i manifestanti, rendendo visibile il legame pubblico-politico con questa grande mobilitazione.
Camminare insieme significa riaffermare che la pace non è un’idea astratta, ma un obiettivo concreto che richiede diritti, giustizia sociale, cura del pianeta e azioni quotidiane contro le disuguaglianze.