Appello a Regione Lombardia: servono investimenti per la salute mentale
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La spesa regionale per la salute mentale in Lombardia si ferma al 2,8% del fondo sanitario, pari a circa 620 milioni di euro l’anno. Una quota troppo bassa: siamo sotto la media nazionale e ben lontani dagli standard raccomandati a livello internazionale.
Secondo la Lancet Commission, nei Paesi sviluppati la quota destinata alla salute mentale dovrebbe essere quasi quattro volte superiore.
Le conseguenze sono evidenti: personale insufficiente, liste d’attesa lunghissime e migliaia di persone che rinunciano a curarsi.
In Lombardia mancano almeno 300 psichiatri e oltre 2.000 tra infermieri, psicologi, educatori e assistenti sociali — quasi la metà del fabbisogno stimato.
Gravi carenze emergono anche nelle Case di Comunità: delle 187 previste, solo 12 risultano pienamente operative. Molte non riescono a garantire la presenza stabile di figure fondamentali come psicologi, educatori e assistenti sociali.
Per queste ragioni CGIL Lombardia, insieme a Rete Studenti Medi e UDU, lancia un appello alla Regione:
serve un piano straordinario di investimenti per la salute mentale, con assunzioni stabili, potenziamento dei servizi territoriali e risorse certe per rendere accessibili i percorsi di cura e prevenzione.
“Investire in salute mentale non significa solo curare, ma anche prevenire il disagio, favorire l’inclusione e costruire una società più sana e coesa” – sottolinea la CGIL Lombardia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che ogni euro speso in trattamenti per ansia e depressione ne restituisce quattro in termini di salute, produttività e qualità della vita.
Un investimento, dunque, che genera benessere diffuso e giustizia sociale.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, chiediamo risposte concrete:
la salute mentale è un diritto di ogni persona, e deve esserlo anche in Lombardia.