Al congresso delle CCOO un appello al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno

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Si è svolto nei giorni scorsi a Barcellona il 13° Congresso delle Comisiones Obreras de Cataluña (CCOO), uno dei più importanti appuntamenti del sindacalismo spagnolo. Un evento che ha visto la partecipazione della delegazione italiana e lombarda della CGIL, con Francesca Baruffaldi, Giuseppe Augurusa e la segretaria generale della CGIL Lombardia, Valentina Cappelletti.

Un congresso segnato da un momento storico: l’elezione di Belén López Sánchez, prima donna alla guida del sindacato catalano, una svolta simbolica e sostanziale che segna l’impegno delle CCOO verso l’inclusione e la rappresentanza paritaria. Ma non solo. Il congresso ha affrontato temi centrali per il presente e il futuro del lavoro: il contrasto alla precarietà, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la tutela dei diritti contrattuali e l’inclusione sociale come bussola strategica per l’azione sindacale.

Temi condivisi, che attraversano il confine e parlano anche all’Italia. La riforma del lavoro spagnola – di forte impronta progressista – ha dimostrato come sia possibile rafforzare la qualità dell’occupazione e ridurre la precarietà attraverso scelte politiche coraggiose e lungimiranti. È la stessa direzione in cui la CGIL intende muoversi attraverso i quattro referendum sul lavoro e il quinto sulla cittadinanza, che saranno sottoposti al voto il prossimo 8 e 9 giugno.

In un momento segnato dalla presenza di un governo di estrema destra nel nostro Paese, il ricorso al voto popolare rappresenta uno strumento fondamentale per difendere e riconquistare diritti. Per questo, nel corso del congresso, la nostra delegazione ha ribadito l’importanza del prossimo appuntamento referendario, rivolgendo un appello agli italiani residenti in Catalogna: partecipare al voto è oggi più che mai un atto di responsabilità e di impegno civile.

Il voto all’estero – qui come in ogni parte del mondo – rappresenta un tassello imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi referendari. La partecipazione consapevole delle comunità italiane fuori dai confini nazionali può contribuire in modo determinante a costruire un’alternativa fondata sul lavoro dignitoso, sulla sicurezza, sui diritti sociali e sull’inclusione.

Il voto è la nostra vera rivolta sociale. È il gesto con cui possiamo rimettere al centro il lavoro e ridare dignità alle persone. È tempo di far sentire la nostra voce. Anche da Barcellona.