17 maggio, Giornata contro l’omotransfobia

in Politiche di genere, UFFICIO STAMPA

 

Si deve parlare di omofobia, bifobia, transfobia. Dobbiamo farlo, perché ancora oggi rappresenta un ostacolo, una minaccia per migliaia di persone gay, lesbiche, transessuali, intersessuali che subiscono l’intolleranza e l’odio da parte della società eterosessista ed eteronormata.

Dobbiamo parlare di omotransfobia perchè, secondo l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, il 62% delle persone lesbiche, bisex, gay e trans in Italia non dichiara il proprio orientamento sessuale per paura; il 32% dichiara di evitare di tenere per mano il partner temendo molestie o aggressioni; il 92% pensa che il proprio Paese non si impegni per nulla o quasi contro l’intolleranza.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali il 17 maggio 1990. Solo pochi anni fa.

E’ venuto il momento di avanzare sulla strada dei diritti e della piena consapevolezza e libertà delle persone. Anche dentro i luoghi di lavoro.

Per questo continuiamo a sostenere l’approvazione del ddl Zan, una legge di civiltà.

Lavorando perché cambino la cultura e i paradigmi di una società che da tempo non corrisponde alle esigenze degli individui e al loro diritto ad essere tutelat*, rappresentat*, liber*, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.