Alle regionali vince l’astensionismo

in UFFICIO STAMPA

 

 

(da Collettiva.it) E’ finita anche un po’ peggio di quello che i sondaggi avevano ampiamente predetto. Perché, oltre il dato politico che conferma la destra alla guida della Lombardia e certifica la vittoria della destra nel Lazio, c’è un dato al quale rischiamo pericolosamente di abituarci. Quello dell’astensione che questa volta, in più parti, tocca punte da record. Su tutti, il numero che scoperchia un baratro sulla partecipazione e la fiducia dei cittadini nella politica è quello di Roma, dove è andato a votare solo il 33,11% degli aventi diritto. Insomma, due persone su tre hanno deciso di disertare le urne.

 

In Lombardia dunque resterà al potere Attilio Fontana, governatore in questi anni di pandemia. Intervistato da Collettiva, Alessandro Pagano sostiene: “C’è evidentemente la rimozione di quanto è successo con il Covid. Questo ci lascia molto perplessi. Noi continueremo a fare quello che abbiamo fatto fin qui, perché siamo per il cambiamento e la discontinuità rispetto al modo in cui è stata gestita la regione, proprio a partire dai temi che riguardano il sistema socio sanitario, ma non solo. Parliamo anche delle carenze in tema di trasposto pubblico locale, di politica della casa e, complessivamente, delle questioni inerenti l’intervento sui fondamentali dell’economia lombarda, solidi ma in relativo peggioramento rispetto alle altre aree d’Europa con le quali la Lombardia normalmente si confronta”.

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