Contrattazione: no allo svuotamento della funzione negoziale del sindacato

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Questa mattina abbiamo ascoltato la presentazione della mozione presentata dal gruppo consiliare regionale di Fratelli d’Italia. L’obiettivo dichiarato dalla mozione è dare sostegno alla contrattazione collettiva territoriale e di secondo livello per rafforzare l’occupazione stabile e qualificata in Lombardia.

Poiché ci è stata data la possibilità di esprimerci sul testo della mozione, lo abbiamo fatto con trasparenza, segnalando gli elementi di chiarimento necessari. Abbiamo sottolineato che l’inflazione in Lombardia non ha a che vedere con l’andamento delle retribuzioni da lavoro, ma dipende in parte da fattori esogeni, come il costo dell’energia, e in parte dalla concentrazione della rendita, come nel caso del costo dell’abitare.

Inoltre, la media dei salari reali pro capite è trascinata verso il basso da tutte le forme del decentramento produttivo: dagli appalti al massimo ribasso, all’eccessiva diffusione di part time involontario, fino al ricorso diffuso a forme precarie di rapporti di lavoro. La produttività delle imprese lombarde viene distribuita al lavoro in modo insufficiente e parziale, e resta nella disponibilità delle imprese più di quanto avvenga nelle altre regioni europee con cui ci confrontiamo.

La contrattazione collettiva al livello nazionale deve garantire il potere d’acquisto dei salari. La contrattazione di secondo livello aziendale o territoriale deve invece intercettare e distribuire la produttività. È sotto gli occhi di tutte e tutti che si fa fatica a fare l’una e l’altra cosa, ma non bisogna confondere questi due ruoli, né consentire alla contrattazione di secondo livello di peggiorare quanto stabilito da norme di livello superiore.

A questo non saremmo disponibili: né nella forma della contrattazione di prossimità, né nella forma di clausole in deroga, né nella incentivazione a forme di partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione dell’impresa che vadano in concorrenza con la contrattazione stessa.

«Il nostro obiettivo – dichiara Valentina Cappelletti, segretaria generale della CGIL Lombardia – è sempre quello di migliorare le condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori, non quello di aggirare le regole. La contrattazione deve essere uno strumento per estendere diritti, non per limitarli o subordinarli alla competitività».

La CGIL in Lombardia, insieme a CISL e UIL, sottoscrive migliaia di accordi aziendali e numerosi accordi territoriali. Siamo quindi molto interessati a prevedere che le politiche pubbliche regionali, finanziate con le risorse della programmazione comunitaria, siano finalizzate ad incrementare l’occupazione a tempo indeterminato, in particolare delle donne e dei giovani, e a riconoscere e valorizzare le buone pratiche contrattuali.

Quelle sottoscritte dalle organizzazioni sindacali più rappresentative sul piano nazionale. Le stesse che nelle imprese sono al fianco di migliaia di delegate e delegati eletti dalle lavoratrici e dai lavoratori, che cercano con fatica di migliorarne continuamente le condizioni economiche e materiali.