Poste Italiane, il 3 giugno sciopero nazionale: diritti, salari e rappresentanza al centro della mobilitazione

in News, UFFICIO STAMPA

Le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane incroceranno le braccia lunedì 3 giugno, aderendo allo sciopero nazionale proclamato da SLC CGIL e UIL Poste. Una mobilitazione che nasce dalla rottura delle relazioni sindacali, dall’esclusione dai tavoli di confronto, e dalla crescente precarizzazione del lavoro nel gruppo.

In Lombardia l’appuntamento sarà con un presidio interregionale a Milano, in piazza Affari (piazza della Borsa), dalle 10 alle 14, con la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia.

I numeri dietro lo sciopero

Sotto la guida dell’attuale amministratore delegato, i numeri raccontano una realtà diversa da quella spesso proposta dai canali ufficiali:

  • Gli utili netti dell’azienda sono più che triplicati: da 620 milioni nel 2016 a 2 miliardi nel 2024.

  • Di questi, 1,4 miliardi sono stati distribuiti agli azionisti, a fronte di salari fermi per chi lavora.

  • Nello stesso periodo, l’organico stabile è calato da 132.525 a 109.510 persone, mentre i precari sono più che raddoppiati, arrivando a oltre 10.000.

  • Il costo medio per dipendente è cresciuto di appena lo 0,65% in otto anni.

Un dato ancora più allarmante riguarda la sicurezza: nel solo 2024 si sono verificati 5.954 infortuni, con tre decessi. Dal 2017, i morti sul lavoro nel gruppo sono 68.

Una protesta che parla anche al Paese

A spingere verso la mobilitazione non è solo il peggioramento delle condizioni lavorative, ma anche la progressiva privatizzazione dell’azienda. Il Governo ha annunciato la possibile cessione di ulteriori quote di Poste Italiane detenute dal Ministero dell’Economia, scelta che – denunciano i sindacati – rischia di snaturare il ruolo pubblico del servizio postale, soprattutto nei territori più fragili, come aree interne e periferie urbane.

Poste non è un’azienda privata, ma un’infrastruttura pubblica che eroga servizi essenziali a milioni di cittadini – ha dichiarato Vera Buonomo, segretaria confederale della UIL –. Per questo rivendichiamo il diritto al dissenso e chiediamo relazioni sindacali fondate sulla partecipazione reale”.

Perché scioperare il 3 giugno

Lo sciopero nazionale del 3 giugno è una risposta collettiva a una serie di scelte aziendali che hanno tagliato fuori la voce delle lavoratrici e dei lavoratori, imposto riorganizzazioni unilaterali e aumentato il carico di precarietà e diseguaglianza all’interno del gruppo.

SLC CGIL e UIL Poste chiedono:

  • il ripristino del confronto sindacale e il rispetto del pluralismo;

  • lo stop ai tagli del personale e alle chiusure degli uffici postali nei territori più fragili;

  • più investimenti in salute, sicurezza e stabilizzazioni;

  • il rilancio del ruolo pubblico di Poste Italiane, contro ogni logica di privatizzazione.

Un presidio per dare visibilità alla protesta

A Milano, il 3 giugno, si terrà un presidio interregionale aperto a tutte le lavoratrici e i lavoratori di Poste Italiane delle regioni del Nord Ovest. L’obiettivo è portare alla luce le contraddizioni dell’attuale gestione aziendale e ribadire che non ci può essere sviluppo senza dignità del lavoro, sicurezza, rappresentanza e giustizia sociale.

“I numeri che contano davvero sono quelli delle lavoratrici e dei lavoratori. Non quelli dei dividendi.”