Difendiamo il futuro industriale e occupazionale di Agrate Brianza

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La CGIL Lombardia esprime forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento STMicroelectronics di Agrate Brianza, alla luce del nuovo piano industriale presentato dalla multinazionale. Il piano, che prevede 2.800 esuberi a livello globale entro il 2027, rischia di avere un impatto pesantissimo anche sul sito brianzolo, punto nevralgico della microelettronica in Italia.

Nonostante l’azienda continui a definire Agrate un “fiore all’occhiello” della tecnologia italiana, il piano presentato appare confuso e privo di garanzie concrete, generando profonda delusione e indignazione tra i lavoratori e le organizzazioni sindacali. È inaccettabile che un polo industriale di tale rilevanza possa essere oggetto di un ridimensionamento senza un confronto serio con le rappresentanze sindacali e senza un piano di rilancio industriale credibile.

Per questa ragione, la CGIL Lombardia ha sostenuto e continuerà a sostenere le mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, come il presidio con sciopero di due ore organizzato l’11 aprile davanti ai cancelli dello stabilimento, promosso dalle RSU di FIM, FIOM, FISMIC e USB.

Al presidio ha partecipato anche Elly Schlein, segretaria nazionale del Partito Democratico, che ha espresso forte vicinanza ai lavoratori. “Siamo molto preoccupati per il futuro dell’occupazione e della produzione ad Agrate,” ha dichiarato, sottolineando l’anomalia di un disimpegno industriale in un’azienda che vede la partecipazione pubblica di due Stati, Italia e Francia. Schlein ha inoltre evidenziato la necessità di tornare a investire seriamente in ricerca, sviluppo e competenze, invece di limitarsi a spostare le produzioni da un impianto all’altro.

Significativo anche l’intervento di Pietro Occhiuto, presidente della Regione Calabria e commissario per la ZES unica, che ha fatto visita al sito nei giorni precedenti. Le sue parole hanno destato ulteriore allarme, suggerendo che parte della produzione potrebbe essere rilocalizzata nel Sud Italia. Una dinamica che, se non accompagnata da un piano nazionale di rafforzamento industriale equo e condiviso, rischia di innescare una guerra tra territori e di peggiorare la già delicata situazione del lavoro in Lombardia.

Per CGIL Lombardia è fondamentale che il governo assuma una posizione chiara, trasparente e condivisa. Non possiamo accettare che decisioni strategiche di questa portata vengano prese senza coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori e senza una visione di sviluppo equilibrata e sostenibile. La microelettronica è un settore chiave per la transizione digitale e tecnologica del Paese: non può essere gestito con logiche di breve periodo o mero calcolo finanziario.

CGIL Lombardia continuerà a monitorare la situazione, a stare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, e a promuovere un dialogo istituzionale che metta al centro la difesa dell’occupazione, della qualità del lavoro e della sovranità industriale del nostro territorio.