Contratto Tessile e Abbigliamento: i sindacati indicono 8 ore di sciopero

in UFFICIO STAMPA

Dopo vent’anni si torna a scioperare nel settore tessile e abbigliamento. Lo hanno deciso Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil in seguito alla rottura con l’Associazione Industriale del settore moda Smi-Confindustria del tavolo negoziale per il rinnovo del Ccnl del settore, scaduto il 31 marzo 2016 e che riguarda oltre 420mila addetti.

Smi ha ribadito la propria indisponibilità a rivedere la posizione sul modello contrattuale e ha manifestato una flebile apertura unicamente sul welfare contrattuale. “Il modello proposto dalla controparte con la manifesta volontà delle imprese di non anticipare più l’inflazione sulla base di previsioni, ma di pagarla ex post è del tutto inaccettabile, e se non viene tolto dal tavolo è impossibile proseguire la trattativa” ha sostenuto Rosalba Cicero.

A questa proposta sul salario, si aggiunge l’intenzione di Smi di peggiorare le normative riguardanti gli istituti della malattia, orari di lavoro, straordinari e flessibilità, contratti a termine e apprendistato.

Questi sono i motivi che hanno convinto le organizzazioni sindacali a proclamare otto ore di sciopero, di cui quattro a livello territoriale e quattro a livello nazionale.

“Smi e gli industriali del settore non devono dimenticare – ha ulteriormente sottolineato Cicero – che il Tessile, così colpito in questi ultimi anni dalla crisi e dalla trasformazione, ha retto grazie all’impegno di tutte le parti in causa e ai sacrifici delle lavoratrici e lavoratori, e in questa fase di debole ripresa, il settore necessita ancora una volta di politiche per le imprese e i lavoratori in grado di coglierne tutte le opportunità”.

Di questo – ha concluso Cicero – ha bisogno un moderno sistema di rappresentanza degli interessi, non di una involuzione delle relazioni industriali.

Milano, 24 ottobre 2016