Referendum Lavoro: Oltre mille persone al Teatro Nuovo per l’apertura della campagna elettorale #Con2Sì

in Referendum per il lavoro 2017, UFFICIO STAMPA

In una sala gremita oltre ogni previsione, la Cgil Lombardia ha aperto oggi al Teatro Nuovo di Milano la campagna elettorale per i due referendum sul lavoro (voucher e appalti) per i quali si andrà a votare in primavera, nella data che il governo, costantemente sollecitato dalla Cgil, deciderà per la consultazione.

Oltre un migliaio di dirigenti, funzionari, operatori dei servizi, pensionati hanno preso parte all’assemblea rivolta “ai compagni e alle compagne come ha detto il segretario generale della Cgil Lombardia Elena Lattuada aprendo l’iniziativa – che ogni giorno sono la “faccia e il cuore della Cgil” per chi si rivolge a noi nei luoghi di lavoro, nelle leghe, nelle sedi, nella richiesta di tutela individuale. La CGIL affronta, da sola, una campagna referendaria. È la prima volta; e per la prima volta  chiediamo consenso – prima con una firma, oggi con il voto – su un progetto che riscrive le regole del lavoro. Questo è il senso della proposta della Carta universale dei diritti del lavoro che, insieme al Piano del Lavoro, rappresenta la proposta politica compiuta della Cgil, l’idea di come immaginiamo e vogliamo il nostro Paese. Il lavoro e i diritti devono essere l’asse portante del cambiamento economico e sociale dell’Italia: per questo abbiamo intrapreso questo lungo viaggio che non è  più solo nostro.
La ricostruzione del paese deve partire dalla condizione materiale degli uomini e delle donne, giovani e anziani, nativi e migranti, del nord e del sud, dipendenti, indipendenti e precari, soddisfatti ed insoddisfatti della propria condizione. Raccontare e rappresentare il lavoro per cambiarlo, in meglio. E non aspettiamo i tempi degli altri, ha continuato Lattuada: la Cgil continuerà ad insistere affinché sia fissata la data del voto subito e affinché il Parlamento avvii la discussione sulla Carta. Noi non molliamo, nella contrattazione – che sia nazionale o articolata – per provare a riconquistare il diritto ad un lavoro libero dal ricatto del licenziamento e per l’affermazione di diritti universali per tutti e tutte a prescindere dal tipo di contratto; e non molliamo nei casi di licenziamento individuale, sia per ragioni economiche che disciplinari. A proposito del mancato referendum sui licenziamenti ha anticipato che verrà fatta un’attenta valutazione, sia politica che giuridica. Noi non possiamo fermarci di fronte all’illegittimità che subisce chi viene licenziato, ingiustamente perché riconosciuto da un giudice, senza che ciò significhi il mantenimento o la riconquista del posto di lavoro. In questa direzione va l’annuncio del ricorso alla Corte Europea.
Non un ricorso contro la sentenza della Corte Costituzionale ma per chiedere un atto di coerenza tra quanto previsto dalla Carta Sociale Europea e la legislazione nel nostro paese. Questa è la nostra sfida: insieme possiamo farcela”, ha concluso.

Subito dopo ha preso la parola Fausto Ortelli, responsabile della campagna referendaria per la Cgil Lombardia, che ha illustrato le strategie da adottare per coinvolgere le elettrici e gli elettori ed ha invitato tutt* a partecipare alla campagna referendaria con convinzione, entusiasmo, passione e militanza.

E’ poi toccato al Professor Alessandro Amadori dell’Istituto Piepoli, incaricato dalla Cgil di curare la campagna, illustrare su quali linee di fondo si svilupperà. “La Cgil, ha detto,  costituisce una grande “squadra” di oltre 200mila persone, (circa 15mila in Lombardia) e il successo e l’insuccesso dipenderanno da noi, dalla volontà effettiva, di tutti e di ciascuno, di attivare le proprie risorse e di coordinarle con quelle degli altri. Il vero focus, ha aggiunto Amadori, non sono due norme giuslavoristiche, ma la scelta su quale Italia vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti e nella quale vogliamo vivere oggi. I referendum riguardano tutti i cittadini italiani, non solo coloro che lavorano; è il popolo che deve decidere del proprio futuro, non le società di consulenza multinazionali o le scuole di pensiero delle università anglosassoni. Noi possiamo, dobbiamo vincere questa partita e lo faremo, ha concluso”.

L’assemblea è poi proseguita tra proiezioni video e la voce dell’attrice Elisabetta Vergani che ha raccontato storie vere di ordinaria discriminazione sul lavoro, mentre il conduttore, Massimo Scibona della Camera del Lavoro di Milano, ha portato la solidarietà dell’assemblea alle popolazioni colpite dal terremoto di stamattina e alla Funzione Pubblica Cgil lombarda, che ha subito un violento attacco sui social network da parte di militanti di Forza Nuova, prima di presentare gli interventi di Alessandra Greco, della Filcams di Milano, di Veronica Versace della Fillea di Como, di Marcello Gibellini dello SPI di Bergamo, di Monica Kovaciu della Filt di Pavia, di Claudia Gavazzi dell’Inca di Brescia, di Michele Orezzi, Nidil Mantova, di Maurizio Oreggia della Fiom di Lecco, di Gianna Moretto della Funzione Pubblica di Varese, di Roberto Saletti dell’ufficio Vertenze Monza Brianza.

Anche Nino Baseotto, aprendo il suo intervento conclusivo, ha rivolto un pensiero “angosciato e accorato alle popolazioni del centro Italia: si rinnovi e si rafforzi l’impegno di Cgil Cisl Uil per portare loro il nostro aiuto concreto ha detto. Baseotto ha poi sottolineato come la Cgil Lombardia abbia iniziato bene la campagna per i referendum, esattamente un anno dopo che il segretario generale presentò la Carta dei diritti a Roma. Ora in Italia si è ricominciato a parlare di lavoro, c’è una nuova attenzione. Certo, è un po’ paradossale che improvvisamente si siano accorti di noi dopo che abbiamo raccolto quattro milioni di firme e svolto migliaia di assemblee sulla Carta e i referendum. In questo anno noi abbiamo realizzato un grande fatto di democrazia. E continueremo ad impegnarci anche contro i licenziamenti ingiusti, in attesa di conoscere le motivazioni della Corte, che commenteremo. Però non ci fermiamo, così come ha detto Elena Lattuada, perché riconquistare il diritto alla reintegra è fondamentale per la libertà nel lavoro, e per ripristinare il giusto equilibrio tra lavoratore e datore di lavoro, e stiamo valutando cosa fare. Noi oggi chiediamo al governo di fissare al più presto la data dei referendum, è un diritto dei cittadini italiani, ma chiediamo anche al Parlamento di discutere la Carta, per rispetto degli uomini e delle donne che l’hanno sostenuta con la firma, ma anche perché vogliamo scoprire se in Parlamento esiste una maggioranza che condivide l’articolo 1 della nostra Costituzione, nel rispetto del principio che ci debbano essere uguali diritti per il lavoro, sia esso subordinato, parasubordinato o autonomo.

Noi siamo i primi a proporre una visione moderna e nuova che ha questo principio alla base. I due referendum ammessi sono per noi altrettanto importanti perché parlano della dignità nel lavoro, e voucher e responsabilità solidale sono facce diverse della stessa “malattia” liberista. Occorre ripristinare un principio di civiltà che c’era in questo paese e che è stato cancellato, quello della responsabilità solidale. Così come sui voucher, un fenomeno che qualcuno vorrebbe presentarci come marginale ma che non lo è: basta guardare i dati Inps per capire che se si arriverà a 160 milioni di voucher nel 2016, stiamo parlando di milioni di persone. Si è scelto di fare dumping tra lavoro contrattualizzato e lavoro precario e di offrire quest’ arma alle imprese. E’ chiaro, ha concluso, che a decidere se a fronte di modifiche si andrà lo stesso al voto, sarà solo la Corte suprema di Cassazione. Trasformino quello strumento davvero in qualcosa che riconosce contrattualmente e degnamente il lavoro occasionale, e noi faremo festa”.

Milano 18 gennaio 2017

RadioArticolo1 podcast degli interventi

 

 

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