Permessi di soggiorno. INCA e CGIL: “Abbiamo (RI)VINTO!” Il Consiglio di Stato respinge il ricorso del governo

in Migrazioni, UFFICIO STAMPA

Rassegna.it 26 ottobre 2016
È stata ristabilita la sentenza del Tar del Lazio contro la tassa. Inca e Cgil: “Abbiamo vinto di nuovo. Disapplicata la norma che istituiva l’ulteriore contributo. Ci abbiamo sempre creduto, c’è grande soddisfazione”
“Abbiamo vinto di nuovo: il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del governo contro la sentenza del Tar del Lazio che, dandoci ragione, ha disapplicato la norma che istituiva l’ulteriore contributo sui permessi di soggiorno”. È quanto si legge in una nota congiunta di Cgil nazionale e Inca Cgil. Cgil e patronato esprimono “grande soddisfazione” per il pronunciamento del Consiglio di Stato. “In modo articolato ed esaustivo, ha rigettato il ricorso proposto da Presidenza del consiglio dei ministri, ministero dell’Interno e ministero dell’Economia e delle Finanze che impugnava la sentenza del Tar del 24 maggio scorso (n. 06095/2016)”.

“Sono state respinte punto per punto le argomentazioni sollevate dall’avvocatura – sottolineano Cgil e Inca – e ripristinate appieno le decisioni del Tribunale amministrativo sia sul costo del permesso di soggiorno per lungosoggiornanti, sia per i permessi di soggiorno di breve durata: la pubblica amministrazione dovrà adeguarsi alla sentenza e l’ulteriore contributo non si pagherà più”. “Inoltre – proseguono – sono state risolte una volta per tutte le questioni di legittimazione delle organizzazioni ricorrenti”.

Nella nota si spiega poi che il Consiglio di Stato “suggerisce alle amministrazioni, secondo loro discrezione e compatibilmente con le normative esistenti, di trovare modo di rimborsare agli interessati le somme versate in eccedenza rispetto al dovuto”. “Siamo partiti da soli – concludono Cgil e Inca – nel disinteresse e nello scetticismo generale, ci abbiamo sempre creduto e abbiamo perseverato in tutti i gradi di giudizio. Questo risultato è frutto della nostra caparbietà nel rivendicare i diritti dei lavoratori, dei migranti e delle loro famiglie”.