L’Europa in transizione energetica

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Pubblicata la seconda Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia

Euronote, informazione sociale europea, il primo numero di febbraio

La transizione dell’Unione europea verso un’economia a basse emissioni di carbonio è in corso e «l’Europa è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi al 2020 per le emissioni di gas a effetto serra, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili». Lo afferma la Commissione europea nella seconda Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia, resa nota lo scorso 1° febbraio, in cui illustra i progressi compiuti dopo la pubblicazione della prima Relazione nel novembre 2015. «Nonostante l’attuale incertezza geopolitica, l’Europa prosegue speditamente nella transizione verso l’energia pulita. Non ci sono alternative. Le energie rinnovabili sono ora più competitive e talvolta più a buon mercato dei combustibili fossili, danno lavoro a oltre un milione di persone in Europa, attraggono maggiori investimenti rispetto a molti altri settori e hanno ridotto di 16 miliardi di euro la nostra fattura per le importazioni di combustibili fossili» ha dichiarato il commissario europeo responsabile dell’Azione per il Clima e l’Energia, Miguel Arias Cañete.

L’Ue, sottolinea la Relazione, ha già raggiunto l’obiettivo 2020 relativo al consumo di energia finale, così come quello sulle emissioni di gas a effetto serra che nel 2015 erano inferiori del 22% ai livelli del 1990. Buoni i risultati anche rispetto alle energie rinnovabili, che già nel 2014 avevano raggiunto il 16% del consumo lordo di energia finale. «Un’altra importante tendenza consiste nel fatto che l’Ue continua a dissociare con successo la crescita economica dalle emissioni di gas a effetto serra» sostiene la Relazione: nel periodo 1990-2015 il Pil combinato dei Paesi dell’Ue è aumentato del 50%, mentre le emissioni sono diminuite del 22%. Inoltre, la rapida ratifica da parte dell’Ue dell’accordo di Parigi del dicembre 2015 ha consentito l’entrata in vigore, il 4 novembre 2016, di questo primo accordo universale giuridicamente vincolante sul clima.

Obiettivi 2020 raggiungibili dall’Ue

L’Ue ha abbassato significativamente il consumo di energia, osserva la Relazione della Commissione. Per quanto riguarda il consumo finale di energia (cioè l’uso di energia da parte degli utenti finali) l’Ue ha già raggiunto il suo obiettivo per il 2020 grazie a una riduzione dell’11% avvenuta tra il 2005 e il 2014. Nel consumo di energia primaria (consumo finale, generazione e perdite di distribuzione), invece, l’Europa non ha ancora raggiunto l’obiettivo ma «è sulla strada giusta» secondo la Relazione: il consumo è sceso del 12% tra il 2005 e il 2014, anche se è poi leggermente aumentato nel 2014-2015.

Altro elemento chiave nella transizione verso l’energia pulita è rappresentato dall’efficienza energetica, su cui la Commissione ha proposto per l’Ue un obiettivo vincolante del 30% entro il 2030 che si stima potrebbe portare vari benefici: creare circa 400.000 nuovi posti di lavoro; ridurre le importazioni di gas del 12%; un risparmio di 70 miliardi nel costo totale delle importazioni di combustibili fossili (cumulativamente per il periodo 2021-30); ridurre i costi dei danni di salute fino a 8,3 miliardi di euro all’anno.

L’Ue si è poi impegnata a ridurre le emissioni di almeno il 40% entro il 2030. L’efficienza energetica contribuisce in modo significativo alla riduzione dei gas serra e insieme alle energie rinnovabili consente la transizione energetica. La riduzione del consumo di energia nel periodo 2005-2014 ha contribuito a ridurre le emissioni di gas serra di circa 800 milioni di tonnellate di CO2. Sulle energie rinnovabili, invece, dopo aver superato nel 2015 la quota del 16% del consumo finale e il 27% dell’energia elettrica generata «l’Ue è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi 2020» sostiene la Commissione.

Legambiente: servono obiettivi più ambiziosi e misure più efficaci

«Per l’Unione dell’energia il 2016 è stato l’anno dell’incisività» osserva la Commissione europea, ricordando l’approvazione del pacchetto Energia pulita per tutti gli europei presentato il 30 novembre 2016. «Un’occasione persa» invece secondo Legambiente, perché il pacchetto contiene proposte che non consentono all’Europa di accelerare la transizione verso un sistema energetico libero da fossili entro il 2050 e sono in piena contraddizione con gli impegni assunti a Parigi e ribaditi a Marrakech. «Per poter contenere l’aumento della temperatura globale entro 1.5°C serve un cambio di rotta accompagnato da obiettivi climatici ed energetici europei più ambiziosi, a partire da rinnovabili ed efficienza energetica, insieme a efficaci misure per dare fiducia a cittadini e imprese sempre più interessati a investire nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica» sostengono i responsabili di Legambiente.

Ad esempio, l’aumento dal 27 al 30% dell’obiettivo per l’efficienza energetica proposto dalla Commissione è «un primo insufficiente passo nella giusta direzione», mentre l’obiettivo del 27% per le rinnovabili è «fortemente inadeguato». Ma soprattutto, secondo Legambiente, viene eliminata la priorità di dispacciamento (l’attività di gestione dei flussi di energia elettrica, tra domanda e disponibilità) delle rinnovabili (ad eccezione dei piccoli impianti), architrave della politica europea che consente la priorità di accesso alla rete rispetto all’elettricità prodotta da fonti fossili, consentendone di fatto un loro rilancio «proprio quando la transizione globale verso un sistema energetico efficiente e 100% rinnovabile sta vivendo una forte accelerazione».

Legambiente ritiene le proposte del pacchetto «fortemente inadeguate» perché «“strizzano” ancora l’occhio ad alcuni governi che continuano a guardare al passato offrendo un salvagente ai dinosauri delle fonti fossili». Mentre nel resto del mondo gli investimenti nelle rinnovabili sono triplicati nel corso degli ultimi 10 anni, in Europa si sono ridotti per quattro anni di fila: «Così l’Ue rischia di perdere la storica opportunità di invertire questo trend ed essere a capo della rivoluzione energetica dei prossimi anni» denuncia Legambiente.

febbraio 2017