Lavoro: accordo tra Uniontessile-Confapi e sindacati

in UFFICIO STAMPA

RINNOVATO IL CONTRATTO PMI UNIONTESSILE– Confapi – Confederazione italiana della piccola e media industriaI 2016-2019: L’AUMENTO MEDIO E’ DI 75 EURO

Interessati circa 90.000 lavoratori delle piccole e medie imprese del settore tessile, della moda e affini ai quali si applica il contratto

Nel tardo pomeriggio del 12 ottobre, tra Uniontessile-Confapi e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, è stata raggiunta a Roma l’intesa sull’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto 2016-2019 (interessati 90.000 lavoratori delle piccole e medie imprese del settore tessile, della moda e affini ai quali si applica il contratto), scaduto il 31 marzo 2016.

L’ipotesi di accordo prevede un aumento medio sui minimi (3° livello) di 75 euro, distribuito in tre tranche: 1 aprile 2017; 1 aprile 2018; 1 gennaio 2019. Per le imprese che non fanno contrattazione di 2° livello, l’intesa prevede l’aumento dell’elemento perequativo che passa dai 220 euro del precedente contratto agli attuali 240 euro annui.

Inoltre, sul capitolo del “welfare” contrattuale, previsto l’aumento del contributo (+ 0,1%) destinato al fondo di previdenza integrativa “Fondapi” a favore di tutti i lavoratori iscritti. Sul fronte della sanità integrativa, le parti hanno stabilito di dare piena attuazione a quanto previsto dal fondo integrativo sanitario intersettoriale (“Sanapi”).

Viene confermato anche il pieno recepimento dell‘ente bilaterale Enfea, totalmente a carico delle imprese, le cui prestazioni in favore dei lavoratori (sostegno al reddito e altro) saranno erogabili entro l’anno in corso.

Soddisfatti i sindacati soprattutto per aver condiviso con la controparte la tutela del salario reale dei lavoratori nei confronti dell’inflazione e del potere di acquisto.

Tale rinnovo – aggiungono i sindacati – si caratterizza a livello normativo nell’aver disciplinato le possibilità di ricorso a flessibilità organizzative, nell’intento sia di favorire il rientro di alcune lavorazioni da paesi oltre confine, e sia di consentire alle aziende di adeguare l’organizzazione in ragione di picchi o cali dell’attività produttiva: da un lato, rispettivamente l’innalzamento delle percentuali di ricorso al contratto a termine e alla somministrazione di lavoro, dall’altro un articolo specifico sul “reshoring”.

Sul piano della formazione poi si è condivisa la necessità di sviluppare progetti di formazione interregionale e settoriale continua, fruibili a sportello, in favore dei lavoratori dei settori calzaturiero, pelletteria, abbigliamento, proprio per il mantenimento e lo sviluppo di professionalità strategiche.

Ora – ricordano i sindacati – la parola definitiva passa alle assemblee dei lavoratori per approvare l’ipotesi di accordo.